Saperi e tecniche
1 chilometro 20-50 centimetri 60-70 centimetri 50-80 metri un lago di Bolsena Marta autunno all'alba primavera 250 lami inverno estate ultimo giugno lago quattro quanti metri luna oggi 5 circa 1 paso e mezzo 1
pescatori del lago di Bolsena lunghezza di ogni picciola varia sistema di pesca metri d'acqua cassa di polistirolo lunghezza delle picciole ultimo caso pezzi di filo tipo della pesca corpo di qualcuno luna piena bordo di questa cassa orario particolare picciola corta anguille pescatori tradizionali ulteriore pezzo di filo file cassa di file fratelli martani genere di ricerche picciole tipi di pesce capo del filo fondali del lago pasi chiamate biancone autunno-inverno filo glie marzo-maggio detti bocconi anguilla detti Magnapane bel torcolo pescatori punti del lago coregone fiettato apertura di braccia di un adulto possibilità di fasse male profondità dei fondali fila piccole batticulo lami picciola ottobre-gennaio sagolettino erba piano acqua passato
Saperi tradizionali di pesca del lago di Bolsena: "le file", "le filarelle" e "le linzare" per la pesca alle anguille
"Le file" (a Marta "le fila") per la pesca delle anguille sono composte da varie parti. C'è un "suro", galleggiante al quale sono attaccate "le file" con una "cappia" (nodo); il "suro" viene legato ad un "sagolettino", cioè a un lungo filo al quale sono attaccati dei fili più sottili ("picciole") a distanza di circa 4-5 metri alla cui sommità vi è un "ricarco" (un filo ancora più sottile), alla cui estremità è un amo. Ogni "picciola" è lunga circa 1 metro e 50, massimo 2 metri. Ogni cassetta di "file" contiene circa 200-250 "lami" che vengono messi tutti insieme, spesso più cassette insieme. Quando si vanno a "mettere le "file" l'esca viene inserita negli ami direttamente sulla barca ("annescare"). Via via che la barca procede si mettono in acqua "le file". L'esca ("annesco") è costituita da lattarini o "ombricoli" (lombrichi), a seconda dei periodi dell'anno (in autunno lombrichi o pezzi di coregone, in primavera lattarini). La pesca con le "file" si pratica in primavera e in autunno (ottobre-dicembre). Il pescatore mostra alcune fasi della preparazione delle "file", in particolare la tecnica del "ricalco" dei "lami", cioè la legatura degli ami al "ricarco" consumato delle "file" e la legatura del "ricarco" alla "picciola". Il pescatore mostra alcuni tipi di nodi: il "nodo piano" e il "nodo del porco" usato per le legature ("ricarco"). Oltre alle "file" esiste anche la tecnica della "filarelle", quando la distanza tra gli ami è di circa 1 metro e mezzo, anziché i 5 metri delle "file". Le "filarelle" vengono in genere messe in una zona del lago detta "stracejio", tra il "cejio" (confine con l'acqua profonda circa 16-17 metri) e il "cupo" (l'acqua profonda). Esiste poi la pesca con le "linzare", dove la distanza tra gli ami è di solo mezzo metro. In questa pesca anche le "picciole" sono più corte e vengono messe "in piano". Le "linzare" vengono messe "in piano" a riva e "annescate" a terra con "lombrichi o "gammarelli" (gamberetti). La pesca con le "file" si fa dappertutto, in "cejio", in "cupo" e in "piano" "perchè l'anguilla è dappertutto".
Saperi tradizionali di pesca nel lago di Bolsena: l'"artavello ceco" (o "artavellone") per la pesca dei "lattarini"
Tecniche tradizionali di pesca nel lago di Bolsena: "mettere l'artavello ceco" (o "artavellone") per la pesca dei "lattarini"
Tecniche tradizionali di pesca nel lago di Bolsena: "cavare le file" per la pesca alle anguille