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zuppa di pesce di lago

Preparazione della zuppa di pesce di lago "sbroscia" nel "pignatto" di terracotta

Gli esecutori, due donne e due uomini, pescatori, collocano gli ingredienti della zuppa nel "pignatto" di terracotta (patate, cipolla, mentuccia, concentrato di pomodoro, peperoncino, "rocchi" di pesce di lago - tinca, luccio, coregone); i due uomini fanno il fuoco sulla spiaggia e vi collocano vicino su un lato il "pignatto" per fare soffriggere gli ingredienti; in seguito aggiungono acqua di lago e lasciano bollire per circa 15 minuti. Durante la cottura e dopo che "scrocca il bollore", una delle due donne, la più anziana, madre della seconda, "rinsacchetta" la "sbroscia", cioè prende il "pignatto" con entrambe le mani per il manico laterale e con un movimento sussultorio fa mescolare gli ingredienti all'interno. Ogni tanto l'anziana donna mescola la zuppa con un mestolo stando attenta a non rompere i pezzi di pesci. A fine cottura gli esecutori preparano i piatti con tre fette di pane "abbruscato" sulla cenere del fuoco e versano prima il sugo nei piatti, e poi il resto della zuppa, stando attenti a far capitare ogni varietà di pesce nel piatto.

Osservazioni
La sbroscia è una zuppa di pesce di lago, o acquacotta di pesci di lago, che veniva e viene mangiata tradizionalmente dai pescatori del lago di Bolsena. E' un piatto composto da aglio, olio, patate, pomodoro, mentuccia, prezzemolo e pesci di lago, che sono: la tinca, il luccio, l'anguilla, il coregone, il persico e i gamberi di lago. Una volta cotta nella pentola o vicino al fuoco nel pignatto, la sbroscia viene servita in piatti di terracotta (scodelle). Il termine sbroscia sembra derivi dal toscano. Nel territorio dell'alto viterbese la sbroscia intesa come zuppa di pesce di lago definisce un uso bolsenese che i martani non sempre riconoscono. I pescatori di Marta infatti spesso preferiscono chiamarla "zuppa di pesce di lago". Non tutti inseriscono il coregone nella sbroscia, in quanto il coregone è un pesce introdotto nel lago di Bolsena solo nel secolo scorso. La sbroscia in passato veniva cotta sul fuoco nel pignatto, contenitore di terracotta che veniva messo vicino al fuoco e rimescolato ogni tanto per favorire la cottura omogenea del pesce. Oggi, nel territorio del lago, la sbroscia è un piatto che connota l'appartenenza alla categoria dei pescatori e viene preparata per lo più da pescatori uomini in circostanze amicali (un pranzo o una cena con gli amici, preferibilmente presso la cappanna, cioè il ricovero che molti pescatori ancora oggi hanno sul lago e dove in passato i pescatori e le loro famiglie risiedevano durante la stagione estiva). In passato veniva mangiata con le mani o con posate fatte con la canna del lago e veniva usata (e ancora in parte viene usata) acqua di lago. La documentazione del bene è stata effettuata dietro invito del primo esecutore, presso la sua cappanna che si trova tra Bolsena a Gradoli. Nonostante fosse stata stimolata da esigenze di documentazione, la preparazione della sbroscia nel pignatto ha innestato una convivialità alla quale hanno partecipato anche altri amici e parenti del proprietario della cappanna. La famiglia del primo esecutore, la madre e le due sorelle, è tutta impiegata nella lavorazione del pesce di lago, soprattutto la filettatura del coregone e la preparazione di filetti di coregone o di tinca marinati, che vengono venduti ad una clientela privata. In passato l'intervistato, insieme all'altro intervistato e ad un altro numero di soci, avevano formato una cooperativa che, oltre alla pesca, provvedeva a vendere il pesce al dettaglio e a lavorarlo marinato e affumicato. Per ragioni varie la cooperativa si è sciolta e il laboratorio nel 2009 è stato chiuso. L'intervistato è soprannominato Scaglietti. Tra i due esecutori uomini c'è una profonda amicizia. Il secondo esecutore è originario di Marta, ma vive a Bolsena da quasi 30 anni, dove si è sposato. Viene, come l'altro pescatore, da una famiglia di pescatori. E' proprietario del pignatto che viene usato per la preparazione della zuppa e lo conserva gelosamente avendolo ereditato dal suocero, anche lui pescatore. La terza esecutrice è la più giovane della famiglia, anch'essa figlia di pescatori, e partecipa come il fratello maggiore alla lavorazione del pesce di lago pescato dal fratello, in particolare alla filettatura del coregone e della tinca. La quarta esecutrice, che è la più anziana della famiglia, durante l'esecuzione della sbroscia viene trattata con rispetto dagli altri membri del gruppo, sia i figli che l'amico di famiglia, il secondo pescatore.
Bolsena (VT), Italia Regionlazio
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