Saperi e tecniche
lago di Bolsena 80 cm tre tinche due pescatori primi un ultimo lucci frodo oggi pescatore un paio di giorni seconda cejo 15-16 metri riva
artavelletto co pesca dei lattarini artavello ceco grandi dimensioni bastone di legno bastone di ferro Marta artavellone piccole dimensioni centinaia di artavelletti co base dell'artavelletto artavello chiaro pesca delle anguille forte declino forcine di ferro forma dell'artavello grande tipo di pesca bastone di crognolo artavello sott posizione stesa buona vista artavello acqua bassa artavelletti co rete fissa di varie tipologie metri di acqua grandezza della maglia dimensioni pertica occhi bboni paio di giorni di lavoro area del lago di Bolsena filo tipi acqua alta modio acqua crognolo corniolo estremità artavelletto rete cocella sagolettino maglia pesca artavellone bocchetti serve fatta cm
Tecniche tradizionali di pesca del lago di Bolsena: realizzazione del "majio" per l'"artavelletto co' la pertica"
Il pescatore realizza la maglia ("r'majo") per l'"artavelletto co' la pertica" utilizzando il filo ("sagolettino") e una "cucella", strumento composto da un bastoncino di ferro (o ottone, o canna) alle cui sommità ci sono due forcine doppie. Si tratta di uno strumento comunemente usato dai pescatori per fare o per riparare il panno delle reti, e degli "artavelli". Per realizzare la trama ("majo") dell'"artavelletto" il pescatore si aiuta con un pezzetto di canna - il "modio" - che tiene nella mano sinistra, mano con la quale tiene anche l'estremità iniziale dell'"artavelletto", il "codio", la cui estremità è legata ad una sedia in modo che il manufatto rimanga dritto e steso. Il "modio" serve come base intorno alla quale viene realizzata ogni singola maglia (serve a fa tutte le maje uguale). Prima di iniziare a realizzare parte del "codio" (la parte iniziale dell'"artavelletto") il pescatore spiega che nella realizzazione del manufatto ogni dito [della mano] c'ha il su' lavoro: indice e pollice tengono la maglia ferma, il medio allarga la maglia, l'anulare tiene il filo, e il mignolo da il colpo finale. Il pescatore infila la canna tra le maglie del "codio" in via di esecuzione tenendola con pollice e indice; passa poi il filo intorno al dito anulare, prende la "cocella" con la mano destra e la infila nella maglia facendola girare in modo da rilasciare il filo, tirando bene questo con la mano destra che tiene la "cocella". In questo modo si forma la maglia intorno al "modio" che va ad aumentare il panno del àcodio". Il pescatore ripete l'operazione numerose volte per fare crescere la maglia e spiega nel dettaglio il modo in cui tutte e cinque le dita della mano sinistra concorrano alla realizzazione della maglia. Mentre realizza il "codio" il pescatore spiega e mostra anche come si fanno nel panno le "cresciture" e le "calature": le prime servono per fare crescere la maglia in modo da fare assumere al manufatto la sua forma; le seconde sono le decrescenze che vengono fatte dal pescatore in prossimità del "bocchetto" per ridurre la misura della rete. Dopo aver eseguito un certo numero di maglie nel "modio" il pescatore le fa uscire dalla canna e le rilascia.