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Saperi relativi alla preparazione e all'uso rituale dei "biscotti di Ferragosto"

Il "biscotto co' l'anice", detto anche "biscotto della tiratura del solco dritto" o genericamente "biscotti d'agosto", viene preparato in occasione del rito della "Tiratura del solco dritto" e della festa della Madonna Assunta. Viene chiamato "biscotto al cu'" perché viene tuttora portato in processione appeso a un fianco ed è per questo che i ragazzi del paese gli hanno dato questo nome, percorrendo le strade del paese gridando "il biscotto al cu', il biscotto al cu'". Si tratta di un biscotto a forma di nodo che in passato veniva preparato in ogni famiglia mentre oggi viene preparato dal fornaio del paese. La forma a nodo ricorda quella del nodo d'amore. La festa ha subito cambiamenti nel corso degli ultimi decenni. Mentre nel passato i "signori" che si prendevano in carico la festa ogni anno erano rappresentati da una sola famiglia e non da più famiglie, oggi sono dei comitati di vicinato che si uniscono per organizzare la festa, anche perché l'organizzazione comporta un notevole impegno economico che non può gravare su una sola famiglia. Oggi come in passato il biscotto benedetto viene dato da mangiare anche agli ammalati gravi, oltre ad essere consumato dai "signori" alla fine della festa, insieme all'uva dei "ceri". La festa è caratterizzata da precise sequenze cerimoniali. Anche il rito della "tiratura del solco dritto" per la Madonna Assunta oggi è profondamente cambiato perché non ci sono più i saperi relativi alla "bifolcina"; oggi infatti non si usano più i buoi per tirare il solco ma un moderno trattore e il rito non è più caratterizzato come nel passato da sfide (sull'esecuzione del solco) tra contadini e su quei significati simbolici (ad esempio relativi alla posizione del solco a destra e a sinistra), dei quali era ricca la cultura contadina del passato.

Osservazioni
Il biscotto co' l'anice o biscotto della tiratura del solco dritto viene preparato in occasione del rito della Tiratura del solco dritto, che si svolge a Valentano ogni 14 agosto. In quella occasione, dopo aver effettuato fin dall'alba il solco su una porzione di terreno scelto dai signori della festa, intorno alle 11 di mattina viene consumata una merenda a base di biscotto co' l'anice e vino. Lo stesso biscotto viene consumato in altri rinfreschi che si svolgono nel periodo del rito; due di questi sono organizzati dai vecchi signori della festa (il primo al rientro in paese del gruppo che ha tirato il solco, il secondo il giorno dopo), il terzo è, invece, organizzato dai nuovi signori della festa, dopo la presa in consegna rituale dei ceri addobbati con uva e con il biscotto al 'cu che, a differenza di questo primo biscotto intrecciato, è benedetto. A Valentano ad eseguire il biscotto intrecciato sono i forni, in particolare un fornaio che da anni lo realizza insieme al figlio. Per la festa il fornaio produce circa 300 biscotti co' l'anice, suddivisi tra quelli che servono per la festa (un centinaio) e altri che vengono venduti e consumati in privato. Rispetto al passato, quando il biscotto veniva prodotto solo per la festa, oggi il biscotto viene prodotto anche durante l'anno ma in quantità molto ridotte. In passato questo biscotto veniva preparato in casa. Un biscotto simile è prodotto in diversi paesi della zona, da Gradoli ad altre aree del viterbese. Il biscotto al cu' viene chiamato così perché viene legato al fianco con un nastro e, quindi, lasciato penzolare sui glutei durante le processioni che i signori della festa (in particolare alcuni ragazzi rappresentanti dei signori) fanno per le vie del paese, portando i ceri addobbati con lo stesso biscotto e con dell'uva. Esistono ceri maschili e ceri femminili, che hanno forma identica e che sono addobbati nello stesso modo, con il biscotto al cu' e con dell'uva. La differenza tra i ceri è che il cero maschile è addobbato con uva nera e con nastro celeste, mentre il cero femminile è addobbato con uva bianca e nastro rosa. I diversi ceri sono poi portati in processione da uomini e da donne a seconda se si tratti di maschili e femminili. Il biscotto al cu' viene anche portato in processione legato al tamburo dal tamburino che apre il corteo processionale. E' un biscotto che in virtù del suo essere benedetto, a differenza dell'altro, non viene consumato nel corso dei rinfreschi rituali, ma alla fine della festa con funzione "magica" è dato agli ammalati gravi nella speranza che possa aiutare nella guarigione. Il biscotto grande (500 grammi) viene messo al sedere, mentre quello più piccolo (300 grammi) viene collocato sui ceri. Il testimone è un noto storico locale della zona che ha condotto numerose ricerche sulla storia e sulle tradizioni popolari di Valentano e dell'area del lago di Bolsena. Negli anni '70 ha fondato, tra le altre cose, una rivista locale "Scrapante", che esprimeva un interesse per la cultura del territorio. Il testimone è anche un attore sociale della festa dell'Assunta collegata alla Tiratura del solco dritto, nella quale i biscotti vengono preparati e consumati. Oltre ad essere stato uno dei promotori della rivitalizzazione della Tiratura del solco dritto negli anni '70, attualmente si occupa di addobbare nelle case dei signori della festa (in questo caso entrambi ammalati gravi) i ceri portati in processione con uva e biscotti.
Valentano (VT), Italia Regionlazio
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