Saperi e tecniche
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Saperi sulla mitilicoltura
La coltivazione delle cozze ha a Taranto una lunghissima tradizione e costituisce una delle attività principali della sua economia. Il Mar Piccolo è tutto punteggiato dai cosiddetti "galleggianti", pali infissi sul fondale che segnalano la presenza di una coltivazione e che caratterizzano lo stesso paesaggio della città. Si tratta di un'attività nata quasi per caso nel XV secolo, allorché il pescosissimo Mar Piccolo fu privatizzato dall'allora principe Orsini e per la suddivisione delle proprietà vennero adottati pali collegati da corde. I pescatori, che fino ad allora si erano limitati a pescare le cozze, si accorsero che tale sistema favoriva la crescita rigogliosa di quei molluschi, per cui cominciarono a coltivarli. Nei secoli la mitilicoltura ha preso sempre più piede, tanto da rendere Taranto la più grande esportatrice di cozze nel mondo. Il sistema di pali e corde viene chiamato "pergolato", per la sua analogia con la vite, e su di esso vengono collocati i semi da cui, nel giro di un anno, si sviluppano i frutti maturi, avendo cura, ogni mese, di esporli al sole, per asciugarli e far morire il "verme", per poi rimetterli in acqua dove crescono. La loro qualità è peraltro proverbiale grazie all'azione esercitata dai citri, sorgenti di acqua dolce che sfociano sul fondale del Mar Piccolo, e dalla cosiddetta "correntina" proveniente dal Mar Grande: due fenomeni che contribuiscono a far crescere e insaporire le cozze. Queste sono però famose per assorbire tutto ciò che è in mare, per cui, prima di essere messe in commercio, vengono purificate in apposite vasche di stabilizzazione.
