Gugliaccio di San Costantino Albanese
Il gugliaccio è un dolce tipico della tradizione gastronomica arbereshe a base di farina di grano tenero, semola rimacinata, uova, olio, strutto, lievito naturale, lievito di birra e finocchietto selvatico. In uso sin dal XVI secolo veniva preparato e confezionato dai parenti dello sposo il giovedì prima del matrimonio officiato con il rito greco-bizantino. Secondo la tradizione, per ogni cerimonia si devono preparare due “gugliaccio”, uno decorato e l’altro semplice. Quello semplice è di forma circolare e rappresenta l’intreccio delle quattro braccia degli sposi. Quello decorato presenta diversi elementi decoratici simbolici: un nido al centro, simbolo della nuova casa degli sposi; le uova in esso contenute che sono sempre dispari, in segno di buon augurio e fertilità; gli uccelli che inizialmente rappresentano i suoceri attenti a proteggere la casa dalle avversità; e infine i serpenti che raffigurano gli sposi che guardano dispiaciuti i genitori lasciati. Secondo il simbolismo arbereshe, in un secondo momento, gli uccelli si trasformano nella nuova coppia e i serpenti diventano invece il simbolo del male da cui difendersi. Il gugliaccio decorato veniva offerto dal sacerdote, durante la messa, dopo essere stato bagnato nel vino, prima alla sposa e poi allo sposo in segno di reciproca appartenenza.