Questo sito utilizza cookie tecnici per il tracciamento anonimo degli accessi. Utilizzando i servizi di questo sito accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni
Torna alla ricerca

Fonte: ICPI - Progetto Basilicata e varie / MiC – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ICCD
Categorie
Locali storici
Autori:
Susanna Camerlengo
Media

L' Antico Forno Di Valvano

Nel panificio dei Valvano si entra in punta di piedi. Nascosto in un vicolo del centro storico, per accedervi si scendono i gradini fino a raggiungere la stanza interrata in cui troneggia un forno imponente che indossa egregiamente i suoi 3 o forse 4 secoli di storia. Sulla parete a destra ci sono le tavole di legno che ospitano i pani in lievitazione (all’alba) o quelli cotti (a metà mattinata). Le pareti sono state piastrellate nel 1993, e solo nel 2019 le volte in pietra sono state coperte con fogli di rame. Ma il sapore antico è rimasto immutato, ed è testimoniato dalle icone religiose (il pane si benedice) e dalle foto storiche che accolgono il visitatore all’ingresso. La famiglia Valvano è sempre stata fornaia. Accanto al forno troneggia ancora la trombetta d’ottone con cui il nonno Vitantonio avvisava la popolazione che il forno era acceso, ma bisogna aspettare il 2006 per l’apertura della licenza di panificazione. Nel frattempo Vitantonio nipote (che dal 1991 è subentrato al papà Vincenzo - classe 1927) ha rilevato l’attività ed è oggi affiancato da sua moglie Maria Mancusi, che come da tradizione ha imparato ad impastare il pane in tenera età, e dopo il matrimonio ha iniziato da subito ad aiutare la suocera (Maria Donata Sacco - Classe 1929) nelle attività del forno. Il laboratorio è situato nei locali sul lato opposto del vicolo. Lì si custodisce il tino con il lievito madre (crisce) ereditato dalle generazioni passate, l’impastatrice di 50 anni fa, e le coperte di lana tessute a mano da una artigiana del paese, con cui vengono tenuti caldi i pani in lievitazione.

Osservazioni
Il pane dei Valvano è menzionato e premiato dalle più importanti guide di settore (come il Gambero Rosso), ma il vero valore sta nella conoscenza tradizionale profondamente radicata nel territorio di appartenenza. Vitantonio sceglie personalmente nel Bosco Grande di Ruoti (PZ) i blocchi di “pietra morta” con cui sostituisce ogni dieci anni il piano del forno, e le fascine utilizzate per l’accensione provengono dalle faggete del vicino bosco di San Cataldo.Tra fazziatori (recipiente in cui si impastava), ramunoli (stracci con cui si rimuovono i residui di cenere) e scopette realizzate da Vitantonio con piante locali, prendono vita anche la fucuazza (focaccia di pomodoro e origano selvatico) e la strazzata (tipico pane aviglianese a forma di ciambella e arricchito da abbondante pepe nero). Incontrare Maria e Vitantonio è trovarsi di fronte ai detentori di un sapere patrimonio dell’umanità.
Avigliano (PZ), Italia Regionbasilicata
Geolocalizzazione: