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Fonte: Atlante delle Feste Popolari del Piemonte / Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – UniSG
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Feste popolari

Festa e fiera di san Lorenzo

La fiera di san Lorenzo che secondo la tradizione orale sarebbe stata istituita nella seconda metà del Settecento (il più antico documento in cui viene citata risale al 1839) raggiunse in massimo splendore a fine Ottocento: “nel primo dopoguerra si avvertivano già i primi segni della crisi e della decadenza, pur continuando fino al 1939 il sensibile richiamo sui mercanti e sulla gente” (Gianuzzi, 1977, p. 350). E nel 1976 la fiera era ridotta a “un banco di angurie affettate, il banco del torrone, il camioncino del venditore di scale da cortile, un camion con sopra dei piccoli trattori. Poi 50-60 persone, compresi i ragazzi. Tutti immusoniti e delusi” (Gianuzzi, 1977, p. 350).

Un tempo “oltre alla fiera, si teneva anche la festa il giorno precedente. Ma era la fiera dell’11 agosto che contava, che teneva banco Attorno ad essa per almeno tre giorni a quasi due notti c’erano delle persone (una minoranza, s’intende) che ruotava. […] Alla fiera si trovava qualsiasi genere di merce, ma essa era famosa soprattutto per il mercato dei tacchin, dei polli, del bestiame bovino, dei vimini, delle stoviglie, delle scale a pioli. Una buona fetta dell’area pianeggiante di S. Lorenzo era occupata dai tendoni tra il biancastro e il verde svanito di quelle osterie mobili, che erano chiamate ‘cabaret’ (forse dal piccardo ‘combrette’, piccola camera): il loro numero era subito assunto come metro, per lo meno indicativo, per misurare l’importanza e, in ogni caso, quello che ra stato il presunto potere di attrazione della fiera in quel determinato anno (nei tempi buoni e in quelli aurei, se ne contarono dalla quindicina fino, pare, alla quarantina). I banchi di ogni tipo di merce erano per lo più disposti su due lati lungo il prato in discesa […], raggiungeva una sorta di ‘rian’, che un tempo era stato il letto di un magro torrentello, oltre il quale si estendeva la zona prativa pianeggiante riservata alla fiera del bestiame e dei generi più strettamente attinenti il settore agricolo” (Gianuzzi, 1977, pp. 350-352). Nella cappella di san Lorenzo, annessa alla omonima cascina (dal 1868 di proprietà della famiglia Auberti), “per l’occasione agghindata a festa” (Gianuzzi, 1977, p. 352) alle ore 10 veniva celebrata la messa.

“Nel pomeriggio, la fiera tendeva a languire, sia per il naturale calo del suo attivismo affaristico, sia per l’effetto dei raggi solari. […] La fiera volgendo ormai in festa si rianimava alla sera. Alla sera quando , da Castagnole, arrivava anche l’élite ospite degli Auberti, i quali si erano riservati una camera del lato civile della cascina e qui facevano un po’ di ricevimento; e quando soprattutto si dava inizio al ballo, non ancora a palchetto (soltanto dal 1908 Pim d’ Curin, il fattore degli Auberti, ne introdusse uno nel nostro paese), ma sulla terra battuta, sotto il tendone quadrato, sostenuto da cinque pali, di cui quattro agli angoli e il quinto, assai più alto, al centro. In realtà, a S. Lorenzo i balli erano due: uno per quelli di Castagnole e uno per quelli della vicinissima Costigliole; allora si ballava a biglietti (una dozzina per sei soldi, a inizio Novecento) e naturalmente senza luce elettrica, che non c’era ancora, per cui ci si doveva arrangiare con una lampada a petrolio. Poi anche la fiera-festa di S. Lorenzo piegava decisamente al termine, tra le ultime danze, mangiate e bevute” (Gianuzzi, 1977, pp. 353-354).

"La festa in sè non avrebbe nulla di originale se non attirasse particolarmente i visitatori per la fiera rinomatissima che l'accompagna e per il luogo in cui si svolge […] uno dei più appartati, dei più selvaggi, dei più misteriosi del paese. Una sola casa con accanto una chiesuola, […] situata sopra un poggio e circondata da prati e da boschi".

Segue descrizione sul luogo e sui misteri ad esso legati, secondo le leggende e le tradizioni: luogo di 'masche', di fuochi fatui e di altre leggemde paurose e fosche, che paiono essere completamente dimenticate l'undici di agosto, in occasione della fiera. Allora accorrono anche gli abitanti dei paesi limitrofi, addirittutra, un tempo, seguendo il corso del torrente Tinella e percorrendone il letto.

Descrizione della fiera fatta da uno degli informatori di Milano, la signora Rivella (Milano, 2005, pp. 210-211; p. 229).

CASTAGNOLE DELLE LANZE (AT), Italia Regionpiemonte
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