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Fonte: Atlante delle Feste Popolari del Piemonte / Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – UniSG
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Feste popolari

Carnevale

L’ultima domenica di carnevale, attorno alle ore 10 inizia la distribuzione dei ‘tortiou’ (frittelle). Un carro, sul quale è installata una cucina per preparare le frittelle, trainato da un trattore percorre le strade del paese. Ad ogni fermata vengono distribuite alle famiglie le frittelle in cambio di un’offerta, mentre un gruppo di suonatori accorda un brano musicale. Il giro prosegue fino verso mezzanotte. Frittelle speciali vengono consegnate al parroco, al sindaco e al segretario comunale (cfr. Nicoletti, Alotto, 2004.2005, p. 3).

“Squadre di giovani chiamati ‘arlecchini’ girano per il paese a combinar dispetti e a compiere furtarelli; dietro di loro i ‘siringatoi’, che con siringhe piene d’acqua bagnano le gambe delle donne, alzando loro la gonna” (Nicoletti, Alotto, 2004.2005, p. 3).

Martedì grasso si svolge la sfilata del Carnevale, personaggio vestito con un sacco di juta e della paglia, con maschera e cappello; è accompagnato da un altro personaggio più piccolo, che rappresenta l’erede.

Un tempo si svolgeva il processo al Carnevale, oggi invece viene solamente letto il testamento, una satira che in genere prende di mira gli amministratori comunali. Infine viene bruciato “il pagliaccio, sulle cui ceneri saltano le varie maschere come rito di buon auspicio” (Nicoletti, Alotto, 2004.2005, p. 3).

Il rito del rogo si svolgeva in passato con maggiore enfasi: “Nell’ultimo giorno di Carnevale i giovani usano preparare un grande pupazzo di tela riempito di paglia e polvere da sparo, lo collocano su un carretto e fanno il giro del paese cantando e suonando allegre musichette. Quando è ormai notte, vanno sulla piazza antistante la chiesa, danno fuoco al pupazzo e ballano attorno alle fiamme. Il falò verrò spento versandovi sopra una piccola quantità di vino, un atto che ricorda la libagione dei sacerdoti greci e romani. Al mattino successivo, si fanno passare le mucche sulle ceneri del pupazzo, credendo con questa pratica superstiziosa d’evitare ogni malattia del bestiame” (Ruggiero, 1970, p. 61).

SALBERTRAND (TO), Italia Regionpiemonte
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