Saperi e tecniche
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Saperi sulla produzione del vino "primitivo"
Il vino di Manduria si caratterizza per un alto tasso alcolico, che gli conferisce un sapore particolarmente corposo. Ecco perché, per decenni, lo si è utilizzato solo come vino da taglio, ovvero per irrobustire i vinelli del Nord Italia e della Francia. A cominciare dagli anni '90 si è deciso di renderlo autonomo e proporlo nella sua specificità: una scelta rivelatasi decisamente azzeccata, visto il successo che ne è conseguito. Nella produzione di questo vino si osserva un'equilibrata e funzionale coesistenza di metodi tradizionali e innovazioni tecnologiche. La raccolta avviene ancora manualmente, almeno negli appezzamenti più piccoli. Una volta recisi dai tralci, i grappoli vengono adagiati in cassette poco profonde, in modo da concedere una sorta di spazio vitale agli acini che, non premendosi reciprocamente, possono restare integri e giungere alle fasi successive avendo preservato aromi e sapori originari. Per impedire all'uva di fermentare anzitempo, piuttosto che ricorrere a mezzi chimici, si adopera la neve carbonica, che viene cosparsa sui grappoli per gestire il processo di maturazione. Una volta posta nei fermentini, l'uva è tenuta sotto controllo tramite criomacerazione, tenendola alla giusta temperatura sfruttando la tecnologia del freddo. L'uso di moderni ed enormi silos in acciaio è bilanciata dalla persistenza di botti in legno, ancora indispensabili ad assicurare processi di affinamento che conferiscono al vino una qualità che lo rende unico nel suo genere