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Fonte: ICCD - Progetto PACI / MiC – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ICCD
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Saperi e tecniche

Mattanza del tonno a Granitola

Alle prime luci del mattino, diverse barche si spingono al largo, al luogo della tonnara. I tonnaroti posti a bordo si preparano per la mattanza: dispongono le reti, sistemano i cordami, fissano le barche, issano le reti alle fiancate formando un quadrato di barche intorno alla camera della morte. I gesti del lavoro sono accompagnati da canti e incitamenti. Alcuni tonnaroti scrutano il mare, sia in piedi che sdraiati sulle barche. Finita la preparazione, poi, si attende. Alcuni pescatori consumano il pasto, altri dormono sul bordo della barca, altri parlano, altri ancora riparano le reti. Tutte le barche sono esterne alla camera della morte, tranne la barca del rais e dei suoi collaboratori, che è dentro. Da qui, uno dei tonnaroti scruta la superficie dell'acqua. Si intravedono i tonni, ma non è ancora il momento di iniziare. Continua la preparazione dei cordami e l'osservazione del mare. Improvvisamente, l'urlo di uno dei tonnaroti dà il via alle operazioni e tutti si precipitano ai posti di lavoro. Le urla di incitamento si fanno più concitate e si trasformano in un canto collettivo, la cialoma, con solista e coro, quando i tonnaroti iniziano a tirare le reti. I tonnaroti sono ora in piedi sul bordo delle barche lungo il perimetro della camera della morte, mentre il rais dalla sua barca, la muciara, dirige le operazioni aiutato da tre collaboratori. Man mano che i tonnaroti tirano su il coppu, il fondo della rete, i tonni affiorano sempre più in superficie, muovendo le acque della camera della morte in un crescendo di schizzi. Grandi tonni sono arpionati e sollevati dai tonnaroti e fatti scivolare nelle parascarmi (palischermi) o varcazze (barcacce), grandi barche da rimorchio. L'acqua della camera della morte si tinge di rosso e la lotta tra pescatori e tonni si fa sempre più serrata fino a quando il rais pone fine alla mattanza con un preciso segnale: si toglie il cappello e urla Jesù!, seguito immediatamente da tutti i tonnaroti allineati in piedi sulle barche. Le fasi del lavoro prendono un ritmo più lento: alcuni tonnaroti rinfrescano i tonni distesi nelle parascarmi. Al tramonto, le barche rientrano verso terra, in fila, trainate da un rimorchiatore. Il termine tonnara indica un impianto mobile di reti composto da una isola, un insieme di reti formato da camere intercomunicanti e da una coda al fine di sbarrare il percorso dei tonni e costringerli ad avviarsi verso la camera della morte dove vengono intrappolati. Le tonnare venivano calate in mare annualmente durante la stagione dei tonni, che cadeva nei mesi di aprile e maggio e l'attività della mattanza vera e propria si inseriva in un ciclo lavorativo diviso in diverse fasi da terra e in mare: la sistemazione delle reti e la manutenzione delle imbarcazioni; il posizionamento delle reti e le battute di pesca, le mattanze; la lavorazione del pescato e la sua conservazione. Alle diverse fasi di lavoro partecipavano diverse maestranze, come falegnami, mastri d'ascia, salatori. Fulcro delle battute di pesca era la figura del rais che era responsabile della scelta del sito della tonnara e della posa delle reti, solitamente disposte a croce e per questo chiamate cruciateddu e del posizionamento dei cavi a pelo d'acqua, il cruciatu. Alle attività della pesca del tonno erano collegato una serie di riferimenti religiosi e rituali. Secondo alcune interpretazioni, il sistema delle croci e la croce posta all'entrata della tonnara avevano una funzione propiziatoria. Nella croce della tonnara inoltre erano raffigurati i Santi che dovevano proteggere la pesca.