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Luigi Maria Lombardi Satriani San Costantino Briatico Orsola Benincasa Trieste, Bergamo, Foggia Reggio Calabria Commissione Cultura Senato Commissione Bicamerale sull’organizzazione Lombardi Satriani Sassari Legislatura Roma Napoli
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Granai del Mediterraneo
Luigi Maria Lombardi Satriani
Luigi Maria Lombardi Satriani, classe 1936, calabrese di San Costantino di Briatico, è stato intervistato per i Granai del Mediterraneo il 7 marzo del 2013.Ha insegnato Etnologia all'università La Sapienza di Roma, Antropologia culturale all’università di Messina, Storia delle tradizioni popolari all’università della Calabria e Culture e identità italiane presso l’università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ma anche nelle università di Trieste, Bergamo, Foggia, Reggio Calabria, Palermo e Sassari. È stato Senatore della Repubblica nella XIII Legislatura (dal 1996 al 2001) e ha preso parte alla Commissione Cultura Senato e alla Commissione Bicamerale sull’organizzazione mafiosa e sulle altre realtà criminali. Per Lombardi Satriani la memoria «è un seme che dobbiamo custodire, raccogliere, far fruttificare». Ogni memoria ed ogni essere umano sono un patrimonio dell’umanità, da rispettare. L’antropologo riflette sul ruolo giocato dai cibi nella costruzione delle memorie e li considera dei semi di cultura, che non solo restituiscono il senso di una stagione, ma di un’epoca. Pensando alla sua infanzia, Lombardi Satriani recupera il ricordo del fricò, un cibo siciliano introdotto nella sua famiglia da una zia, sposata ad un messinese. Si inzuppava il pane nel latte, vi si adagiavano piselli, uova sode, formaggio, provola, poi si stendeva sopra un altro strato di pane bagnato nel latte e un altro strato di ripieno, ancora altro pane e altro ripieno, infine si metteva a cuocere nel forno finché non dorava. Questa preparazione non è una semplice ricetta per l’antropologo, è la cifra della storia della sua famiglia legata a ricordi di convivialità, parole, gesti, saperi e sapori tramandati dalla zia ai fratelli e ai nipoti, e da questi ai propri figli e nipoti. Nessuna società resta però immobile nel tempo: «se anche noi ci volessimo fermare al passato, il tempo finirebbe per trasformarci».
