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Fonte: ICCD - Progetto PACI / MiC – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ICCD
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Saperi e tecniche

Lavorazione di grulle

Una contadina scarica da una grossa cesta di vimini a spalla le castagne nella grà (una piccola torretta in pietra senza finestre annessa alla casa), dove stanno già essicando altre castagne grazie ai fumi che si sviluppano da un piccolo focolare, che viene ravvivato. Due uomini, dopo aver versato le castagne essicate in un sacco di tela lungo e stretto, battono energicamente i rispettivi sacchi su un banco foderato, apparentemente con tessuto; quindi, dopo aver posto le castagne battute in un cestino di vimini e averle rimestate con le mani, trasferiscono con una paletta le castagne nel vall o vaglio, un grosso setaccio in vimini con due manici laterali, caratterizzato da un lato piatto e uno rialzato. Uno dei due uomini, appogiando il lato rialzato del vaglio sulle cosce, agitata il setaccio in giù e in sù, lasciando cadere a terra il materiale di scarto polverizzato.Tradizionalmente, nei territori montani e premontani del biellese, le castagne vengono essicate in autunno nella grà o seccatoio, un piccolo edificio in pietra senza finestre, di solito annesso alla casa, in cui è presente una travatura portante sopra la quale si pone un graticcio in legno di nocciolo o castagno. Nel graticcio viene depositato uno strato di castagne dello spessore di circa 20-30 centimetri che si essicano lentamente grazie al fumo sviluppato da un fuoco, alimentato con ricci, foglie e rami verdi di castagno, che si accende sul suolo della grà. Durante l'essiccatura, che dura almeno venti giorni ma può protarsi per oltre un mese, il fuoco è mantenuto sempre acceso e i frutti vengono periodicamente rimestati con un rastrello. Ad essicatura avvenuta, le castagne si pongono in sacchi di iuta che vengono battuti su un banco in legno, anticamente ricoperto da una pelle di montone mantenuta morbida con una miscela di acqua e crusca, e, quindi, setacciate con il vall o vaglio, una cesta in vimini intrecciati con due manici, piatta da una parte e con il bordo rialzato dall’altra. Il vaglio viene impugnato per i manici, con la parte rialzata verso il corpo, e mosso ritmicamente dal basso verso l’alto con movimento circolare: in questo modo le castagne ricadono all’interno del vaglio mentre le bucce, più leggere, volavano via. Il prodotto finale della lavorazione sono le grulle, le tipiche castagne secche biellesi che vengono consumate bollite o nel latte e con cui si può preparare la confettura di castagne o la farina di castagno, base per molti dolci della zona (notizie tratte da: http://www.ncp-graglia.it/Territorio/territorio_pages/tradizione_gra.htm; http://cultura.biella.it/on-line/Welcomepage/EcomuseodelBiellese/Celluleeistituzioni/MuseoLaboratoriodelMortigliengo-MezzanaMortigliengo.html - consultazione: 2016/05/11).