Feste popolari
Combattimenti dei galli
Nella frazione Pratomorone la tradizione del combattimento dei galli è “giunta fin oltre gli anni Quaranta. I giovani allevavano gli animali per farli combattere proprio nel periodo carnevalesco. […] Bisognava curarli bene, perché crescessero forti. Farina di granoturco impastata con latte, in minor dose biada macinata. Per i combattimenti servivano galli vecchi, non quelli novelli; galli esperti, non i giovani buoni solo da mangiare. I veri galli da combattimento erano almeno della primavera precedente, almeno di un anno, un anno e mezzo, meglio se di due anni. I combattimenti avvenivano generalmente a carnevale ma andavano avanti anche tutta la primavera, dipendeva da quante famiglie partecipavano, si facevano delle specie di tornei. […] I galli venivano separati, uno per gabbia, perché insieme si sarebbero beccati, rovinandosi cresta e bargigli. Con l’addestramento li facevamo incattivire. Guai a passare davanti alle gabbie senza fare loro gli occhi cattivi, senza schernirli con un ramo o con le mani. Potevano anche rubarteli, magari per ucciderli, così per un certo periodo è stato necessario montare la guardia di notte. Le donne avevano il compito di preparare e curare i galli. Lucidavano le loro piume con olio di ricino, affilavano le unghie per i combattimenti e dopo li medicavano” (Remondini, 1996, p. 180).
