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Memorie di Piemonte
Caterina Bo
Caterina Bo è nata nel 1934 all’interno dell’Agenzia di Pollenzo. Il padre di Caterina era infatti l’autista del direttore dell’Agenzia, il complesso architettonico realizzato da Carlo Alberto fra 1838 e 1843 a Pollenzo, un antico borgo di origine romana posto a ridosso del fiume Tanaro, nella fertile pianura che separa Bra da Cherasco. La testimonianza di Caterina Bo è particolarmente interessante e significativa perché consente di conoscere, dalla viva voce di una testimone, l’organizzazione dell’Agenzia e la vita della comunità di Pollenzo prima delle grandi trasformazioni che ne hanno segnato la storia nel trascorrere del Novecento.Caterina Bo racconta come la vita a Pollenzo agli inizi del Novecento, e fino alla seconda guerra mondiale, fosse intimamente legata a quella dell’Agenzia: la parrocchia, l’asilo, la farmacia ad esempio erano posti sotto il controllo diretto della direzione regia.Caterina oltre a raccontare dell’Agenzia estende il proprio racconto all’intera comunità polentina e ad altri luoghi simbolo del borgo reinventato da Re Carlo Alberto: la Cascina Albertina, il ponte sul Tanaro, La tranquilla vita del borgo regio di Pollenzo vide un punto di svolta dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, in seguito al quale il Castello e l’Agenzia vennero occupati da un comando tedesco: “Un bel giorno – racconta Caterina Bo - sono arrivati i Tedeschi, ci hanno sbattuti fuori tutti e bel e fait, hanno fatto il presidio e così siamo stati fuori, (…) noi in due ore siamo dovuti uscire dall’alloggio, ci han sbattuto la roba fuori (…) si sono impadroniti del castello e dell’Agenzia”. Del periodo bellico Caterina racconta di quando furono portati a Pollenzo ed uccise tre persone, fra cui il vice parroco di Roddi. Non mancano nella testimonianza di Caterina Bo riferimenti alle forme e alle pratiche della religiosità popolare, a partire dalle processioni delle Rogazioni alle chiese di San Marco, San Sebastiano e della Madonnina.Caterina nel corso del proprio racconto narra l’emozione di quando, dopo circa mezzo secolo di decadenza e abbandono, ha visto tornare a nuova vita l’Agenzia, dove lei era nata e aveva trascorso la propria infanzia spensierata e felice, quale sede dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche: “la prima volta che ho visto le luci accese mi ha fatto un effetto (…) mi sembrava di nuovo di vedere i miei alla finestra”. La testimonianza di Caterina Bo è stata raccolta durante il Corso di formazione “Granai della memoria” organizzato dall’Unisg insieme alla Città di Bra nell’ambito del progetto europeo Enhance Traditions to Improve Young Skills and Abilities, realizzato con il sostegno della Commissione Europea nell’ambito del Programma Youth in Action. Ha collaborato all’individuazione di questa “testimone della tradizione” l’associazione culturale “Il Ponte” di Pollenzo e in particolare la professoressa Daniela Brussino. Hanno partecipato alla realizzazione dell’intervisita i corsisti Alessio Abrate, Paolo Arlenghi, Vakantie Cisse, Lorenzo De Rose, Alessandro Fiorina, Maria Mazzotta.