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Fonte: Atlante delle Feste Popolari del Piemonte / Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – UniSG
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Feste popolari

Carosello storico

Carosello del 1923

Negli anni Venti del Novecento si tengono nella città due importanti caroselli storico-militari.

Il primo si svolge il 20 maggio 1923, in piazza Vittorio Veneto, ad esaltazione del soldato italiano nelle epoche romana, medioevale e moderna.

La manifestazione, inizia con una imponente sfilata a cui prendono parte 2.500 militari, che si snoda da piazza Castello lungo via Po fino a piazza Vittorio Veneto. Nel corteo, aperto dai soldati che rappresentavano l’epoca romana, alcuni nobili impersonano personaggi storici vissuti secoli prima: ad esempio il duca di Pistoia veste i panni del conte Umberto Biancamano alla guida della cavalleria medioevale.

In piazza Vittorio Veneto, presenti il re Vittorio Emanuele III, il generale Diaz, il sindaco di Torino Cattaneo e tutte le autorità, si svolge il carosello. Tra i momenti più spettacolari, la giostra dei cavalieri medioevali: i guerrieri a piedi si dispongono in tre grandi cerchi, in modo da formare tre circoli chiusi, entro cui devono giostrare i cavalieri, che disegnavano elaborate figure di squadra. In un'altra figura, le truppe si ammassano a formare la stella d'Italia, su cui si eleva un bersagliere sventolando la bandiera tricolore.

Carosello del 1928

Il 27 maggio 1928, per celebrare il IV centenario della nascita di Emanuele Filiberto di Savoia e il X anniversario della vittoria nella prima guerra mondiale, il 27 maggio allo Stadium si svolge il carosello storico, rievocativo delle glorie secolari dei Savoia. Scopo della manifestazione è ricordare in particolare tre illustri personaggi della casa reale: Emanuele Filiberto (1528-1580), Vittorio Amedeo II (1675-1730, dal 1720 primo re di Sardegna), e re Carlo Alberto (1798-1849).

Il lungo corteo, con oltre mille figuranti, parte da corso Galileo Ferraris e raggiunge l’ingresso dello Stadium (il grande stadio costruito nel 1911 sull’area della ex piazza d’Armi, dove oggi sorge il Politecnico), posto su corso Vinzaglio (oggi corso Duca degli Abruzzi).

Nello stadio entra per prima la fanfara al galoppo, che compie un intero giro dell’arena, annunciando con squilli di tromba l’inizio della manifestazione. Entra quindi il direttore del Carosello, generale di Cavalleria conte Alfedo Fè d’Ostiani, con un costume nero, che rievoca il proprio antenato cavaliere Nicola Fè, vincitore del premio messo in palio dalla principessa Gonzaga nel torneo di Brescia del 1558. Seguono l’araldo con al fianco il porta-colonnella e il porta stendardo. Dopo che il direttore ha reso omaggio ai reali e l’araldo ha letto la “grida”, il re autorizza il Direttore a iniziare la giostra.

Primo quadro: lo schieramento

Al suono degli stessi squilli che al Carosello del 1558 a Parigi annunciarono l’ingresso del Duca Emanuele Filiberto al torneo dato in suo onore da Enrico II nella piazza “du Carrousel”, entrano il duca Emanuele Filiberto con la consorte, la duchessa Margherita di Francia, impersonificati rispettivamente dal principe Umberto di Savoia e dalla principessa Jolanda di Savoia. Sono seguiti da un lungo corteo costituito da personaggi, discendenti da coloro che coprirono all’epoca eminenti cariche a corte, nell’esercito, nella marina e nelle pubbliche amministrazioni.

Entrano quindi il re Vittorio Amedeo II con la consorte regina Anna di Francia, impersonati rispettivamente da Amedeo di Savoia-Aosta, duca delle Puglie, e da Anna di Francia, duchessa delle Puglie. Li accompagna il principe Eugenio di Savoia, impersonato dal principe Adalberto di Savoia-Genova, duca di Bergamo. Segue un nutrito corteo di nobili.

Entrano poi il re Carlo Alberto e la regina Maria Teresa, impersonati rispettivamente dal principe Filiberto di Savoia-Genova, duca di Pistoia, e dalla principessa Bona di Baviera Savoia-Genova. Segue un altro folto numero di nobili.

Successivamente entrano al galoppo le quadriglie “S. Maurice” e “ Bonne Nouvelle”, ciascuna composta da 65 ufficiali della R. Accademia Militare, e la quadriglia “Savoie “, composta da 65 cavalieri suddivisa in quattro sezioni (Nizza Cavalleria, Genova Cavalleria, Batterie a cavallo e Cavalleggeri di Sardegna)

Passano sotto il palco reale, lanciano a Sua Maestà il grido di guerra e si schierano rispettivamente dietro il duca Emanuele Filiberto, il re Vittorio Amedeo II e il re Carlo Alberto.

Al suono della marcia delle Nazioni entra poi la quadriglia di 52 dame, divise in tre gruppi, ognuno dei quali comprende le città che costituivano rispettivamente il ducato di Emanuele Filiberto ed i regni di Vittorio Amedeo II e di Carlo Alberto: portano in mano lo stendardo della città rappresentata e sulla spalla sinistra lo scudo della medesima; passano al galoppo sotto il palco reale, salutano con gli stendardi il re, compiono un secondo giro, si spostano quindi per gruppi dinanzi ai rispettivi sovrani e, compiuto il saluto di devozione, si posizionano, formando la bandiera tricolore, di fronte allo schieramento all’altezza dei cortei. Trombettieri e trabanti si schierano dietro le quadriglie.

Infine il duca Emanuele Filiberto avanza, leva il braccio e tutti salutano il re al grido di ”Savoia”.

Secondo quadro: il saluto delle epoche

Al suono della marcia del principe Eugenio, il duca Emanuele Filiberto, il re Vittorio Amedeo II e il re Carlo Alberto, con le rispettive consorti, seguiti dai cortei e movendo fra i torneanti che fanno fronte al loro passaggio, lasciano l’arena e prendono posto sotto il palco reale.

Terzo quadro: evoluzioni nell’arena

Mediante evoluzioni al galoppo, le quadriglie “S. Maurice”, “Bonne Nouvelle” e “Savoie” e quella delle dame compongono al centro dell’arena la Croce di Savoia, la Grande ruota e la Rosa di Savoia; quindi le quattro quadriglie eseguono lo schieramento caricando a stormi ed in linea di fronte al palco reale. Seguono gli squilli di tromba del 1800 della fanfara di Nizza Cavalleria; i giochi della Rosa da parte di quattro cavalieri e due dame; la corsa alle teste, da parte degli ufficiali di Nizza Cavalleria

Il duca Emanuele Filiberto e la duchessa Margherita di Francia, seguiti dal corteo, vanno incontro ai cavalieri della quadriglia “S. Maurice”, che nel frattempo hanno innalzato gli orifiammi portanti i nomi delle vittorie di guerra e i motti adottati dal sovrani durante il loro regno. Il duca, postosi alla testa della colonna delle sue glorie militari e civili percorre tutta la pista allo steccato.

Lo stesso rituale viene quindi ripetuto da re Vittorio Amedeo II, con la consorte Regina Anna di Francia e il principe Eugenio di Savoia, e dopo ancora dal re Carlo Alberto e la regina Maria Teresa.

Inizia quindi il grande schieramento finale. Entrano le truppe partecipanti alla prima guerra d’indipendenza del 1848-49 (Zappatori, Granatieri di Sardegna, Carabinieri protagonisti, Bersaglieri di La Marmora, Artiglieria, Cavalleggeri d’Alessandria, ecc.)

E poi la volta delle truppe della seconda guerra di indipendenza del 1859 con il 5° e 6° Battaglione Fanteria della Brigata Aosta, i Garibaldini, l’Artiglieria, i reggimenti Novara, Aosta, Monferrato, ecc.

Da ultimo entrano i reparti militari vittoriosi nella guerra del 1915-18: Arditi, Lanciafiamme, Bombardieri, Carabinieri, Fanti, Granatieri, Bersaglieri, Alpini, Sanità, Genio, Finanza, Marinai del Battaglione S. Marco, delle R. Navi, Autoblindate, Carri d’assalto, Artiglieria, Cavalleria, Milizia Volontaria Nazionale, Colonie e Croce Rossa.

TORINO (TO), Italia Regionpiemonte
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