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Fonte: Atlante delle Feste Popolari del Piemonte / Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – UniSG
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Feste popolari

Carnevale

Maschere tipiche del Carnevale della frazione Laietto sono le Barburie, che prevedono per i figurati (suddivisi nei gruppi dei belli e dei brutti), rigorosamente di sesso maschile, l’anonimato, garantito dall’utilizzo di maschere che celano il viso.

Il Carnevale si sviluppa in un corteo lungo le vie del villaggio, in cui sfilano, tra le burle e le scorrerie dei Vei e delle Véie (le coppie dei vecchi e delle vecchie, normalmente vestiti con stracci), la coppia della Tota e del Monsù, (la signorina e il signore), parodia dei forestieri giunti dalla città, il Doutour (il medico), accompagnato dal Souldà (il soldato, con una divisa della Cavalleria), sempre pronto a somministrare la medicina (vino o grappa), i due Arlequin (arlecchini), interamente vestiti di bianco e con un lungo copricapo a forma conica, reso variopinto da nastri colorati, il cui compito consiste nel condurre il corteo e renderlo compatto sino al termine della sfilata, e infine il Paiassou, una sorta di uomo selvatico vestito di pelli imbottite di paglia (da qui il suo nome derivante dal dialetto ‘pai’ e non nel senso italiano del termine) che si aggira per la frazione emettendo versi bestiali e agitando un lungo bastone alla cui estremità è legato un gallo.

I personaggi che animano la rappresentazione procedono in modo grottesco fino al luogo delle Tarahe (le Terrazze), un ampio prato in cui si raggiunge il culmine della festa: terminati i balli accompagnati dalla banda musicale avviene il rituale dell’uccisione del gallo: dopo vari tentativi andati volutamente a vuoto ad opera delle barbourie, tocca al Paiassou, che con un colpo deciso taglia la testa la gallo, con la sciabola del soldato, uccidendo simbolicamente se stesso e decretando, tra gli applausi dei presenti, la morte del Carnevale e la rinascita della natura.

Il giorno seguente tutti i partecipanti, insieme con la banda musicale, si sarebbero spartiti il gallo con un piatto di brodo caldo.

Questa festa tradizionale, si era interrotta alla fine degli anni Cinquanta del Novecento, con il progressivo spopolamento della borgata.

Dal 2010, grazie all’interessamento e alla dedizione di alcuni abitanti di Lajetto, è stato possibile, la domenica grassa, ripresentare l’antico Carnevale, in una veste più possibile vicina a quella originale.

CONDOVE (TO), Italia Regionpiemonte
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