Feste popolari
Carnevale
Nella cittadina di Magliano Alfieri, situata nelle colline del Piemonte meridionale, sono state recentemente riprese tradizioni attive fino alla seconda metà del Novecento nel periodo del Carnevale. Qui troviamo la questua dei magnin, che urlando e schiamazzando vanno di casa in casa a offrire il proprio lavoro; la maschera della capra, interpretata da una abitante del paese che si traveste con un sacco di tela da cui esce una maschera di legno che riporta i lineamenti dell’animale (Grimaldi, 1993, pagg. 136-137). Prende parte al rito anche una particolare tipologia di Orso. Questa maschera era impersonata da un uomo che, dopo essersi ricoperto di mostarda, si rotolava in un mucchio di piume di gallina per appiccicarsele al corpo; ecco perché viene denominato “Orso di Piume”. Una volta completato il travestimento, veniva condotto da un uomo per le strade del paese al seguito di un carro trainato da cavalli, su cui si trovavano alcuni suonatori. La persona che interpretava l’Orso cercava di enfatizzarne l'aspetto selvaggio con urla, suoni e soprattutto provando a spaventare la gente; per questo l’uomo che lo accompagnava si serviva spesso di catene e bastoni per tenerlo a bada (Grimaldi, 1996, pag. 47). Da alcune indagini, sembra che spesso alla cattura facesse seguito il processo all’Orso, pratica comune in molti Carnevali arcaici. Secondo la tradizione, veniva chiesto alla popolazione se l’animale andasse ucciso o risparmiato; grazie all’intercessione delle ragazze del paese, gli veniva risparmiata la vita. Ernesto Volpe (nato nel 1915), ricorda che l’amico Biagio aveva il compito di condurre l’Orso, e che durante la festa “tirò fuori una scatola da scarpe con dentro dei foglietti e chiedeva alla gente se voleva votare per uccidere la belva o lasciarla vivere. Ma le ragazze gridavano che l’orso doveva vivere (Adriano, 1979, p. 35). Troviamo una testimonianza della presenza della maschera dell’Orso anche nell’opera di Luciano Gallo Pecca “Le maschere, il Carnevale e le feste per l’avvento della primavera in Piemonte e nella Valle D’Aosta”:
