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Carmen Perret

Carmen Perret

Carmen Perret racconta il pellegrinaggio al santuario di San Besso effettuato a partire dalla comunità di Cogne, in Valle d’Aosta. Il pellegrinaggio dei ‘cogneins’ ha inizio il mattino del 9 agosto, dura diverse ore e comporta il passaggio di tre colli. Giunti al santuario i pellegrini di Cogne effettuano tre volte, recitando il rosario, il giro della rupe di san Besso (nota anche con il nome di Monte Fauterio, o Fautenio): questo giro viene attualmente effettuato in senso antiorario, a differenza della processione con la statua del santo il giorno seguente, che si effettua in senso orario. I tre giri del monte vengono connessi al ricordo delle tre cadute di Besso dalla rupe prima di morire. Il terzo giro si conclude con l’ascesa alla sommità del monte di san Besso, sulla cui cima, a fianco di una piccola edicola sacra si trova una croce in ferro che viene baciata da ogni pellegrino.Viene quindi ricordata l’usanza, tuttora viva, di portarsi a casa, quale taumaturgico ricordo del pellegrinaggio, un pezzetto di pietra raccolto in prossimità del santuario. Carmen Perret attesta inoltre come la devozione a san Besso sia ancora ben presente all’interno della comunità di Cogne, ove il santo è percepito come protettore della comunità stessa. Vi sono alcuni cogneins che tuttora si affidano alla protezione di san Besso e che poi partecipano al pellegrinaggio in spirito di ex-voto e ringraziamento. Particolarmente radicato nella comunità di Cogne è il legame fra san Besso e i giovani della leva: questi ultimi partecipano ogni anno in forma ‘ufficiale’ al pellegrinaggio. Nel racconto viene precisato come il parroco di Cogne, a differenza dei suoi parrocchiani, non partecipi abitualmente al pellegrinaggio della vigilia; tale assenza è forse connessa all'interpretazione che Paolo Giardelli di questo riposo notturno presso il santuario di San Besso: "l'usanza di arrivare la vigilia e di trascorrere la notte in prossimità del santuario, là dove la ierofania si è manifestata e si manifesta, corrisponde al desiderio di poter godere dei poteri taumaturgici e benefici irradiati dalla divinità. (...) pratiche curative che nulla hanno in comune col cristianesimo" (Giardelli, 1997, p. 128).Al termine della sua testimonianza Carmen Perret ricorda la leggenda di san Besso e di come attualmente il Santo sia percepito come un “santo militare”.La testimonianza di questa giovane donna di Cogne è particolarmente interessante in quanto documenta alcune vistose trasformazioni che il pellegrinaggio e la devozione dei cogneins ha avuto nel corso dei cento anni che separano la data dell’intervista – 2012 – con l’osservazione fatta del pellegrinaggio e della festa di san Besso da parte di Robert Hertz nel 1912. In particolare i tre giri del monte sembra abbiano subito una notevole evoluzione. Originariamente essi erano nove, stando alla testimonianza del canonico Gérard riportata da Hertz (1994, p. 208, n. 15), la maggior innovazione sta però nell’aver variato il senso di marcia del “giro” della roccia, che avveniva “da sinistra a destra ben inteso” (Hertz 1994, p. 171; Giardelli, 1997, p. 130), cioè in senso orario, mentre ora i tre giri vengono fatti in senso antiorario. Anche la percezione di Besso come santo militare, percezione basata sull’iconografia del santo, sembra indicare una trasformazione significativa rispetto alla leggenda raccolta da Hertz, il quale indicava come “molto più diffusa tra la semplice gente di Cogne” la leggenda secondo cui “san Besso era un pastore che conduceva a pascolare il suo gregge nei pressi del Monte” (1994, p. 186). 

Valprato Soana (TO), IT Regionpiemonte
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