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Vincenzo Grimaldi

Vincenzo Grimaldi, un partigiano siciliano sulle montagne del Cuneese

Intervistato nel 2011, il siciliano Vincenzo Grimaldi, nato a Caltagirone nel 1922, narra la sua esperienza partigiana nelle fila della brigata garibaldina “Mario Morbiducci” ove combatté con il nome di battaglia “Bellini”. Dalla natia Sicilia, ove lavorava in una farmacia, nel gennaio 1942 si ritrovò arruolato e inviato a Voghera, in un Nord coperto di neve. Il caos dell’8 settembre 1943 lo sorprese a Cavour ove si trovava anche Pompeo Colajanni che organizzò a Barge una formazione partigiana con una cinquantina di militari sbandati, gruppo cui si unì anche il giovane Antonio Giolitti. Assistette alla costituzione del battaglione Pisacane che a Crissolo tentò di espugnare la caserma dei carabinieri, azione in cui fu ferito Giovanni Latilla. Si spostò quindi in valle Varaita (Melle, Brossasco e Venasca) ove comandò un distaccamento impegnato a riportare l’ordine dopo alcuni episodi di banditismo. Il testimone rievoca la figura di Mario Morbiducci, uomo colto e benestante che tutto sacrificò alla causa della Resistenza e ricorda il senso del dovere che animò i suoi compagni, spesso fino al sacrificio supremo. Grimaldi prosegue descrivendo le tremende rappresaglie subite dalle formazioni partigiane dopo la disfatta in valla Varaita nel marzo-aprile 1944 e il rastrellamento subito, sempre in quella zona, nell’agosto 1944 quando gli uomini in armi resistettero strenuamente 5 giorni per consentire agli angloamericani di avanzare nel sud della Francia. Il testimone parla anche di un episodio relativo a un partigiano che si rivelò essere una pericolosa spia fascista. Infine si sofferma sulla sua breve esperienza in polizia nel 1945-1947. 

Brossasco (CN), IT Regionpiemonte
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