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Fonte: Atlante delle Feste Popolari del Piemonte / Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – UniSG
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Feste popolari

Rituale del Venerdì santo

Il Venerdì santo, si svolgeva nel paese un rituale molto sentito dalla popolazione locale, e che veniva annunciato con l’esortazione ‘Andoma ancurnè’. “La festa, che richiamava una grande folla di persone dai paesi limitrofi, intendeva rievocare l’episodio biblico della Passione di Gesù sul monte Calvario, tra la folla ostile che lo insultava. La ricorrenza era un’occasione irripetibile per tutti i ragazzi del paese, in particolare per quelli delle scuole elementari, per mostrare alla gente la selezione di oggetti sonori che la fantasia giovanile era stata in grado di costruite con le proprie mani, al fine di produrre i suoni più disparati e strani: tanto quelli armoniosi, quanto quelli stridenti che rendevano addirittura fastidioso l’ascolto. La composizione degli ‘strumenti orchestrali’ era la seguente: corni di ogni foggia, forma e provenienza (bue, mucca, artificiali, etc.), rudimentali cornamuse, ossa forate, campanacci di ogni sorta (alpini, di pecore, da cucina, etc.), oggetti sonori da cucina, ‘tabass’ e tamburelli diversi, cantarane, sonagli fantasiosi, ocarine, ‘subiole’ (ricavate da pezzetti di canna con più fori ad imitare i flauti veri), cinghie di cuoio” (Agagliate, 2009, p. 147). Nel pomeriggio, dopo la funzione religiosa nelle chiesa parrocchiale, i ragazzi si esibivano sul sagrato: “ inimmaginabile il frastuono, la confusione assordante, il clamore delal gehnte presente che assisteva divertita all’insolito e pittoresco spettacolo commentando ad alta voce la bravura di questo o di quel ragazzino che soffiava fin quando aveva fiato nei polmoni” (Agagliate, 2009, p. 148).

CAPRIGLIO (AT), Italia Regionpiemonte
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