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Fonte: ICCD - Progetto PACI / MiC – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ICCD
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Saperi e tecniche

Raccolta e sfioratura dello zafferano

All'alba, in un campo coltivato a zafferano, due agricoltori, un uomo e una donna, eseguono la raccolta dei fiori a mano: chinandosi verso terra, ne afferrano alcuni e li ripongono nel cesto di vimini e nel secchio di plastica che recano in mano. La stessa operazione è svolta anche da un altro uomo e un'altra donna. Successivamente, sul tavolo di un ambiente domestico, i coltivatori lavorano alla sfioratura; l'attività è svolta a mano da due donne e un uomo, e consiste nell'apertura dei petali e nell'asportazione degli stimmi di zafferano dai fiori. Nella zona della Piana di Navelli, un altopiano carsico situato a 700 metri s.l.m., è coltivato lo zafferano. Nel 2005 la coltivazione di tale spezia, nei comuni dell'altopiano aquilano, ha ricevuto la Denominazione di Origine Protetta da parte della Comunità Europea. Il ciclo della coltivazione inizia con l'aratura del terreno ad una profondità di 30 centimetri e con l'apertura di aiuole, composte da 2 o 3 solchi distanti l'uno dall'altro 20/25 centimetri. Prosegue con la messa a dimora dei bulbi nei solchi, ad una profondità di 10 centimetri. Il ciclo vegetativo ha inizio con le prime piogge di settembre; a metà ottobre, all'alba, prima che il sole li schiuda, sono raccolti i fiori, composti da sei petali di colore violaceo e da uno stimma di colore rosso. Dopo il raccolto, avviene la sfioratura, l'apertura del fiore a mano con asportazione dello stimma. Al termine del lavoro si procede alla fase di tostatura: gli stimmi vengono sistemati su un setaccio di legno nel camino e vengono fatti asciugare lentamente.

Navelli (AQ), Italia Regionabruzzo
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Giovannina Sarra