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Fonte: ICCD - Progetto PACI / MiC – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ICCD
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Saperi e tecniche

Preparazione di una pasta ripiena delle Dolomiti

La signora, nella cucina di casa, prepara il ripieno con un battuto di pèrschtròmm (dragoncello) e saurnschotte (ricotta fermentata). Su un tagliere infarinato raccoglie le patate passate nello schiacciapatate, a cui aggiunge un uovo e un pizzico di sale. Le patate vengono impastate con le mani. Dopo aver ottenuto un impasto morbido e ben asciutto, stende la pasta con le mani e poi con il mattarello. Utilizzando un bicchiere da vino ricava dei dischi di pasta, al centro dei quali ripone il ripieno. Piega i dischi a metà per ottenere delle mezzelune, i cui bordi vengono sigillati con la punta delle dita. I gepičta kropfn vengono conditi con burro fuso e ricotta affumicata. L'isola alloglotta di Sappada presenta una tradizione alimentare per molti aspetti differente dal resto della provincia di Belluno, dovuta principalmente all'origine carinziana dell’insediamento e alle particolari condizioni climatiche: lunghi inverni molto freddi e brevi estati, fresche, che poco favoriscono la coltivazione della terra. All'interno della cultura alimentare del paese, i gepičta kropfn, “pasta pizzicata”, secondo quanto sostenuto da diversi informatori, sarebbero una preparazione particolare della borgata di Cima Sappada, a 1290 m di altitudine. Qui, in alcuni orti adiacenti alle caratteristiche abitazioni in legno, viene ancora coltivato una specie di rapa, la Rutabaga (Brassica napobrassica L.), con polpa giallo-arancione, dal sapore leggermente piccante, piccole aiuole di dragoncello, pèrschtròmm, e di menta che rappresentano alcuni degli ingredienti principali delle due varianti tradizionali dei gepičta kropfn. Per le riprese e la realizzazione delle ricerche l'antropologo si è rivolto a una giovane donna, Margherita Piller, che prepara i gepičta kropfn, ripieni di dragoncello fresco e ricotta inacidita. La preparazione di queste paste ripiene da parte di un’anziana sappadina, Bernardina Piller Puicher, con l’uso della rutabaga (detta localmente ravanèl), era già stata documentata nel 2008 da Francesco De Melis per conto del Museo Etnografico della Provincia di Belluno e del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, attraverso la cronofotografia.

Sappada (BL), Italia Regionveneto