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Fonte: ICCD - Progetto PACI / MiC – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ICCD
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Saperi e tecniche

Preparazione di pasta filindeu

Un composto a base di semola di grano duro, acqua e sale, viene lavorato su un tavolo a mani nude premendo con il palmo della mano in avanti mediante gesti decisi e meccanici. Una volta ottenuta una determinata elasticità, grazie all’aggiunta continua di acqua salata, viene separata una porzione di impasto e allungata con le mani per otto volte di seguito fino ad ottenere dei sottilissimi fili. Questi vengono adagiati sopra un fondo di legno circolare e rotante e ordinati fino a ricoprirne l’intera superficie. Una volta composti tre strati di fili sovrapposti ad incrocio, il fondo è pronto per essere portato ad essiccare al sole. Su filindeu è una pasta caratteristica della Barbagia. Viene cucinata come minestra e offerta dai monaci ai pellegrini convenuti nel sagrato del Santuario di San Francesco di Lula in occasione della festa la notte tra il 30 aprile - 1 maggio e il 4 ottobre. L’origine della pasta è ancora incerta. Il nome stesso è oggetto di numerose interpretazioni: fili di Dio o capelli dall’arabo fidaws. La preparazione del filindeu è complessa e sono ormai poche le donne che ne custodiscono la tradizione. Gli ingredienti sono la semola di grano duro, l’acqua e il sale. L'impasto viene lavorato manualmente per più di un’ora, finché la pasta non acquisisce un’elasticità tale da essere in grado di produrre dei fili. Durante la lavorazione si idrata la pasta con una soluzione di acqua salata per raggiungere la consistenza ottimale. Le molteplici fasi di "allungamento" della pasta tra le mani sono determinanti per il raggiungimento dello spessore dei fili desiderato. I fili vengono stesi di lungo su un piano circolare fino a comporre un fitto reticolato di filamenti di pasta. Il filindeu essiccato al sole si spezza in piccoli frammenti e si cucina come minestra, nel brodo di pecora e formaggio fresco.

Lula (NU), Italia Regionsardegna