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Il tartufo Bianco
Mauro Baroglio
Mauro Baroglio nasce a San Giorgio Monferrato, paese di 1200 abitanti, sulle colline Monferrine. Qui impara da giovane ad andare a tartufi e ci racconta come una volta erano i vecchi a insegnare ai giovani trifolau. Mauro impara prima di tutto ad addestrare il cane a cercare i tartufi, seppellendo bocconcini di formaggio all’inizio, per insegnare al cane la tecnica. L’addestramento procede e vengono poi nascosti veri tartufi che il cane deve trovare il giorno dopo. Sarebbe infatti troppo facile per il cane scovare il tartufo il giorno stesso seguendo l’odore del padrone. Questa testimonianza è rappresentativa di un cercatore di tartufi che non punta al guadagno ma a condividere con gli amici il raccolto, ci confessa di non aver mai venduto molto, andava per avere una grattata di tartufo la domenica e organizzare cene con gli amici. Mauro ha smesso di andare a tartufi a causa delle numerose riserve recintate nella zona. Infatti ci spiega che per lui non si dovrebbe recintare, “una volta non c’era la mania della riserva”, ora non c’è più una pianta libera. Sono in molti a condividere questo punto di vista, soprattutto gli anziani tartufai che in pochi anni hanno visto chiudere moltissime riserve tartufigene. Quest’intervista è stata realizzata nella primavera del 2015 nell’ambito di una ricerca antropologica finalizzata alla redazione di una tesi di laurea dal titolo “Alchimie del Tartufo in Monferrato. Storie di Uomini e Cani”, discussa presso l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.