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Fonte: Atlante delle Feste Popolari del Piemonte / Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – UniSG
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Feste popolari

Matrimonio con 'grida' (proclamazione ufficiale)

Precedentemente alla festa, durante il pomeriggio della vigilia dell'Epifania, i coscritti di quell'anno si davano appuntamento a casa di uno di essi o, più sovente, in un'osteria o in una stalla del paese per la preparazione dei biglietti che sarebbero stati sorteggiati più tardi in piazza. La partecipazione esclusiva dei coscritti non era però tassativa, anzi, sovente chiedevano l'aiuto degli scapoli più anziani, perché considerati più esperti in queste cose: solitamente gli organizzatori erano accomunati dall'essere "esperti" nel fare baldoria e negli scherzi, e che soprattutto conoscevano tutti nel paese con nomi e soprannomi. Di ognuno conoscevano, infatti, a modo loro, pregi e difetti necessari per valutare in seguito alcuni accoppiamenti "speciali", cioè truccati. Innanzitutto venivano ricordati tutti gli scapoli del paese dai 14 ai 90 anni con i loro soprannomi, nessuno escluso: dal più ricco al più povero, dal più semplice ("'n po' bounoumàs") al più sveglio ("al pì slèba), e per il gentil sesso dalla povera vecchia ormai sola alla più giovane e precoce ragazzina; dopodiché si scrivevano tutti i nomi su piccoli foglietti, i quali venivano posti in due cappelli separati e successivamente estratti.

Dopo un giro di richiamo per le vie del paese a gridare l'evento, verso le dieci di sera i più volenterosi salivano sul vecchio noce sito nel centro del paese e, da lassù, iniziavano a pescare dentro i cappelli i bigliettini tanto attesi. Da questo momento potevano capitare gli abbinamenti più strani ed imprevedibili, e ovviamente il bello di questa festa era proprio questo: dall'imprevedibilità delle coppie e dalla loro diversità, nasceva lo sganascio generale di risa, e anche i commenti un po' volgari e salaci. I nomi ovviamente erano tassativamente in dialetto e venivano, se vi erano, sempre citati insieme ai soprannomi, allora molto diffusi. Le famose "coppie truccate" di cui abbiamo parlato all'inizio, in genere erano quelle delle quali si conoscevano la relazione non ufficiale, nascosta o non opportuna. Il pubblico sottostante l'albero, infreddolito ma euforico, gridava ad ogni annuncio di coppia: "Vaa beeen!!!" ossia: va bene, siamo d'accordo. I biglietti estratti venivano lasciati cadere sulla folla sottostante ed i ragazzi erano i primi ad impossessarsene. Al termine di questa fase, avveniva la proclamazione della coppia regina della festa, che non aveva nulla a che vedere son le coppie precedenti: era l'accoppiamento legato al territorio: "L'arbou d'en piasa coul rouschàs 'la Vanasa" , che sta a significare lo sposalizio tra l'albero delle "crija" ed un grosso masso che domina il paese. Terminata la "crija", tutto il gruppo di giovani, muniti di capaci ceste (dette gorba) poste sulle spalle, si incamminavano per le strade del paese bussando alle porte delle case con le finestre accese o volutamente spente, chiedere e ricevere offerte di prodotti locali, quali noci, castagne, mele, dolci e bicchieri di vino. La festa finiva a fare le ore piccole nell'ultima osteria ancora aperta (fino agli anni Ottanta erano più di sette), consumando il tutto o quasi, sempre abbondantemente annaffiato con il vino tassativamente prodotto dall'oste (cfr. Nicoletti, Guerrini, 2004-2005, pp. 12-13).

(CN), Italia Regionpiemonte
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