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Fonte: ICCD - Progetto PACI / MiC – Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione ICCD
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Saperi e tecniche

Lavorazione di burro

All'aperto, davanti ad un alpeggio, un giovane margaro agita in sù e in giù, ruotandola, l'asta dello stantuffo di una zangola in legno contenente la panna da trasformare in burro. Dopo aver lavato in un secchio, aiutandosi con una scopetta di saggina, un contenitore e un padellino, aggiunge un po' di acqua nel composto e lavora con le mani un buon quantitativo di burro sbattendolo sulla parete interna della zangola e passandolo in un contenitore nero fino a ottenere un panetto ovale schiacciato. Il panetto ottenuto viene sciacquato con l'aiuto di una sorta di padellino, pressato nella parte superiore con uno stampo in legno e, infine, immerso in acqua. Negli alpeggi della parte occidentale del Biellese, all’ombra del monte Mucrone e del Mombarone, la toma è tradizionalmente magra ed è quindi ancora diffusa tra i margari l'abitudine di ricavare burro dalla panna ottenuta scremando il latte con cui si farà la toma. Nonostante la riduzione del numero di margari, la produzione del burro rimane molto radicata nella cultura locale: ancora oggi il giorno dell’Annunciazione di Maria (25 marzo) nella chiesa di Vagliumina si rinnova il rito della benedizione del burro che viene poi consegnato in piccoli panetti ai fedeli. Si chiama il buru d’la Madona d’mars (burro della Madonna di marzo, in dialetto) ed è prodotto con il latte delle vacche che hanno appena iniziato a pascolare sui prati primaverili. Il rito primaverile precede di qualche settimana la salita agli alpeggi. La lavorazione tradizionale del burro comincia raccogliendo al mattino la panna - affiorata dal latte munto il giorno precedente lasciato tutta la notte in un paiolo in rame - e ponendola in una zangola in legno. La separazione del latticello e il successivo lavaggio del burro avvengono nella zangola, sfruttando sempre acqua fresca di sorgente. Una volta battuto per eliminare i liquidi rimasti, viene sagomato in panetti, sui quali si imprime il marchio del produttore con la marca da burro, fatta tradizionalmente con legno di acero. Subito dopo, il burro viene immerso nuovamente nell’acqua fresca della sorgente a indurire e viene conservato nell’acqua da almeno 12 ore fino ad una settimana (notizie tratte da http://www.fondazioneslowfood.com/it/presidi-slow-food/burro-a-latte-crudo-dellalto-elvo/, consultato il 110/05/2016).