Durante il Carnevale i diciottenni del paese praticavano la messinscena dei Magnin, girando per le case, battendo le pentole e chiedendo cibo e vino. Con quanto raccolto durante la questua, il martedì grasso cuocevano la polenta, che “veniva rovesciata su un tavolo posto su un carro e quindi, con l’accompagnamento della banda musicale, portata in giro per il paese perché tutti la vedessero e sapessero che era pronta per essere distribuita in piazza, dove il carro alla fine del percorso tornava” (Garesio Pelissero, 2003, p. 225).