Feste popolari
Gli Uffici
Gli Uffici iniziavano, dopo la simbolica legatura delle campane, “il Giovedì santo, quanto tutta la comunità, intorno alle ore 15.00, si radunava il chiesa. Il crocifisso veniva steso a terra, coricato sul pavimento e tutto adornato con fiori. Il Santo Sepolcro iniziava così ad essere vegliato ininterrottamente 24 ore su 24, per tutto il giorno di Giovedì santo e di Venerdì santo, dalle Umiliate, dalle Figlie di Maria, dagli uomini della Confraternita dei Batù e da tutte le donne, per due giorni interi, ‘per non lasciarlo mai solo’. Dopo le sacre letture, iniziava il rumore, si faceva baccano.
I bambini dai sei ai dieci anni muovevano strumenti detti ‘picchetti’, che emettevano una specie di ticchettio, gli adolescenti giravano la maniglia dei ‘scurzà’, una specie di raganelle, mentre i giovani dai quattordici ai diciassette anni emettevano un suono forte e sordo con grosse conchiglie, ‘i corni di mare’. Ogni strumento era di proprietà personale..
I ‘Giudei’, così venivano chiamati i giovani suonatori, avrebbero costituito l’inizio della rumorosa processione a capo della quale un ragazzino aveva attaccato al collo un croce di legno leggero di circa 50-60 cm: ogni braccio della croce possedeva due palette che sbattendo contro il rullo dentato posto al centro facevano rumore amplificato come di otto ‘scurzà’ messe assieme. A seguito del corteo il prete e la comunità.
La processione così composta percorreva il paese per tornare poi in chiesa e, a letture ultimate, ultimate, avviarsi, infine alle proprie case.
Lo stesso identico rituale si svolgeva il giorno dopo.
Il sabato mattina si svolgeva la slegatura delle campane e il sacrestano suonava il Gloria in segno di risveglio. Sul piazzale della chiesa, un quarto d’ora prima dell’inizio della santa messa, si accendeva un fuoco che si sarebbe consumato mentre si svolgeva nel frattempo la cerimonia religiosa e le cui ceneri, messe in un’urna, sarebbero state consegnate al prete e da lui benedette. Le ceneri sarebbero poi state utilizzate l’anno dopo il giorno del mercoledì delle Ceneri” (Nicoletti, 2004-05, p. 10).