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Giuseppe Rugo
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Presídi Slow Food
Giuseppe Rugo
Giuseppe Rugo, nato nel 1967 in Carnia, ha da sempre allevato mucche. Sin da bambino saliva in malga durante i pascoli estivi e già all'età di 9 anni realizzava per la prima volta il formaggio da solo. Nel corso degli anni '70 ha assistito allo spopolamento della montagna, quando gli abitanti alla ricerca di lavori "più agevoli, per avere il sabato e la domenica liberi" hanno abbandonato la vallata e la zootecnia.Di "caduti nel letame da piccoli", come scherzosamente si definisce Rugo, ne erano rimasti in pochi, "4 gatti", e così iniziarono ad aiutarsi e cooperare ad esempio comprando mezzi agricoli in comune per modernizzare l'azienda. Coinvolgendo tutta la famiglia, partecipando a bandi nazionali ed europei ha avviato un'azienda agricola moderna, funzionante con fonti energetiche rinnovabili e sopratutto rispettosa del benessere degli animali, perché "chi sta bene produce bene".I formaggi prodotti sono molteplici ma due sono stati portati all'edizione di Cheese 2013: il Formadi' frant di cui esiste il presidio Slow Food ed il Formadi' salat segnalato all'arca del gusto proprio a causa delle esigue quantità prodotte ( 25-30 forme da 5 kg circa al mese).L'origine del Formadi' frant è da ricercare proprio nell'economia di sussistenza della vallata dei secoli scorsi e nell'esigenza di salvaguardare forme di formaggio "difettose" o non adatte alla stagionatura. Questi formaggi venivano rotti, "frantumati" e mescolati a della panna inacidita. Il composto così ottenuto viene sigillato dentro delle vasche di legno di larice e lasciato fermentare per 6 mesi. Dopo tale tempo vengono create le forme finali di differente pezzatura. Il sapore del formaggio è dato dalla differente stagionatura delle forme "rotte" e dall'uso di vasche nuove o vecchie che essendo in larice trasferiscono al formaggio un aroma caratteristico. Il Formadi' salat, era prodotto invece per impedire al formaggio di seccarsi durante i mesi invernali essendo prodotto da latte "molto magro, scremato all'inverosimile" per estrarre il maggior quantitativo di burro che era "la moneta" del tempo. Per impedire dunque che il formaggio divenisse molto secco le forme venivano lasciate dentro delle salamoie di latte, panna e sale.