Feste popolari
Festa di San Sebastiano: pasto rituale "panata"
Il 20 gennaio, alle 8 del mattino, nei locali inferiori del Palazzo Comunale ("grottone"), il "festarolo" uscente allestisce la "panata", un banchetto rituale a cui partecipa la cittadinanza. Il pasto, distribuito gratuitamente, è costituito da un piatto di minestra (il formato della pasta sono i ditali) condito con un sugo di pomodoro e alici. Vengono inoltre distribuiti una rosetta e del vino. I primi ad essere serviti sono il "festarolo" e la sua famiglia. Il "grottone" è diviso in quattro locali principali: in uno viene approntata la cucina; in una stanza con un ingresso secondario viene offerto il pasto; negli altri due sono state sistemate sedie e tavoli per permettere alle persone di consumare la minestra da seduti (anche se molti mangiano stando in piedi). In cucina lavora un gruppo di persone coordinate da un cuoco indicato dal "festarolo". Si cucinano circa 50 kg di pasta. Per la preparazione del sugo vengono utilizzate 15 kg di acciughe. Le acciughe vengono prima separate dalla lisca e pulite: questa attività è svolta generalmente dalle donne. Si prepara quindi un soffritto con aglio, olio, prezzemolo e peperoncino e si lascia cuocere finché le acciughe non si sciolgano completamente. Si aggiungono quindi i pelati e infine la passata di pomodoro. Per la cottura, effettuata in grandi pentole di alluminio, si impiegano circa 5 ore, quindi la preparazione ha inizio la notte precedente. Qualcuno porta con sé ciotole o contenitori che riempie di minestra, da consumare più tardi o da portare a coloro (anziani, malati, ecc.) che non sono potuti venire personalmente. In uno dei locali si posiziona la banda musicale che esegue brani brillanti e marcette.