“Il Carnevale di Caravino si muove sulla falsariga di quello di Ivrea. I caravinesi danno l’assalto al Castellazzo, dove piantano lo scarlo: destinatario delle loro ire non è il Marchese del Monferrato, ma il famoso capitano di ventura Facino Cane, che, agendo un po’ per proprio conto e un po’ guerreggiando per il Marchese del Monferrato, aveva devastato nel 1391 e nel 1397 i comuni di Caravino, Cossano, Settimo Rottaro e altri ancora. Il martedì grasso i Caravinesi, dopo aver dato l’assalto al Castellazzo, scendono in piazza, dove, mascherati, procedono alla famosa rappresentazione del testamento. Dei buontemponi passano in rassegna, citandone gli autori, tutti i fatti più o meno riprovevoli, avvenuti nel paese durante l’anno. […] Una volta durante i balli, alcune maschere indossavano un tradizionale costume, il ‘susurri’, una specie di bardatura che celava tutta la persona” (Gallo Pecca, 1987, p. 133).

Oggi il primo atto dei festeggiamenti carnevaleschi è la presentazione ufficiale del Generale, cui segue, in municipio, quella della Castellana, accompagnata dalle damigelle. La terz’ultima domenica di carnevale, la giornata si apre con la colazione a base di fontina e grissini e la preparazione della fagiolata. Infine, nel pomeriggio, si svolge la sfilata di carri allegorici e gruppi mascherati.