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Fonte: Atlante delle Feste Popolari del Piemonte / Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – UniSG
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Feste popolari

Carnevale

Recentemente è stata trovata a Cunico la presenza di una figura vegetale: "Un orso carnevalesco rivestito di foglie di granoturco inumidite e opportunamente arricciate con la stessa tecnica con cui si ottengono i riccioli di burro e gli gnocchi a partire dall'impasto di patate. Un'arricciatura che secondo Giuseppina Germano, classe 1912, contadina, si otteneva «con i denti della forchetta, ti veniva bene la frangia e il movimento di come si fanno gli gnocchi, te li faceva sembrare come dei riccioli. Le foglie di granoturco venivano cucite su una tela, a file regolari, fitte fitte da simulare il folto pelo dell'orso. Mentre il volto era nascosto da una maschera di cartapesta, la testa era incappucciata con la stessa tela 'fogliata' che ricopriva il corpo. Una catena al collo, strattonata dal domatore, faceva emettere urli 'spaventosi' all'orso che, tentando la fuga, spaventava la gente al seguito, soprattutto le donne. Più tardi in piazza, in un vaso da notte spalmato con mostarda molto cotta e quindi dal colore... scuro, si mettevano dei salamini ed, infine, della polenta; un altro vaso da notte veniva riempito di moscato d'uva!»" (Grimaldi, Nattino, 2007, p. 24).

Questa testimonianza è relativa ad un Carnevale precedente al 1967, anno in cui si ebbe l’ultima uscita dell’Orso di meliga; fino ad allora i festeggiamenti si erano tenuti con continuità, ad esclusione dell’anno in cui l’Orso era diventato una “scimmia”, vestita di pelli di coniglio fornite da uno straccivendolo del paese. Recentemente la popolazione ha manifestato la volontà di riportare in vita l’antica tradizione: nell’autunno del 2006 la meliga è stata sfogliata a mano come un tempo, sull’aia della cascina, per far rivivere “la prima veglia che anticipava il tempo della socialità notturna invernale” (Grimaldi, Nattino, 2007, p. 24). Le foglie del granoturco sono state conservate per formare il costume dell’Orso di sfojass che è riapparso durante il Carnevale che si è tenuto il 24 febbraio del 2007. La figlia dell’anziana contadina citata in precedenza ha seguito con grande attenzione i lavori di ricostruzione del costume, eseguiti da una donna che si dedica con passione alla sartoria etnica della zona, a cui si deve anche la confezione dei costumi per il teatro sacro popolare della settimana santa.

La rappresentazione dell'orso è stata riproposta anche negli anni successivi.

(AT), Italia Regionpiemonte
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