
In frazione Colombaro “il martedì grasso viene distribuita la ‘busecca’ (trippa con fagioli, cavolo, patate, grasso del prosciutto, prezzemolo)” (Gallo Pecca, 1987, p. 195). Maschere rappresentative del luogo sono Colombòt e Colombin-a, create dalla Società operaia di Colombaro.


"Le maschere del Carnevale di Giaveno sono 'Al Bergè' (camicia di flanella, gilet, pantaloni alla zuava, calzettoni, scarponi), 'La Bergera' (abito da contadina fine '800) e i 'Bergerottì' (un bambino e una bambina con costume simile agli adulti). La domenica antecedente la festa del Carnevale, ...


Nei primi di gennaio, con una solenne cerimonia presso il salone consiliare, il sindaco, affiancato dalle autorità comunali, consegna ufficialmente le chiavi del paese alle due maschere, Asianot e Asianota. Durante il periodo carnevalesco le maschere visitano le scuole, e gli anziani. Il sabat...


Le origini della festa risalgono al 1868 quando un gruppo di buontemponi del locale “Circolo del Buon Umore” con l'ausilio dell’Accademia Filarmonica di Castellamonte diede vita alla ancora attuale tradizione del contestato Carnevale del mercoledì delle Ceneri. Attualmente i festeggiamenti dura...


Nell’attuale Carnevale storico, il giovedì grasso il Conte Tizzone, con il suo seguito (dignitari a cavallo e armigeri), arriva a Crescentino dalla sua proprietà di San Genoario; il sabato viene eletta la Regina Papetta che riceve l’omaggio del Reggente del castello di Verruha Hispaniola; la sera...


Durante il Carnevale “I giovani con la coccarda sul cappello, accompagnati dalla musica di un organetto,andavano a ballare nelle aie. Il Giovedì grasso interravano nella piazza del paese un gallo; poi bendati, con una falce cercavano di tagliare la testa fuori terra del povero gallo” (Ramella, 19...


Nella frazione Crotte i personaggi carnevaleschi sono la Contessa del Ghiaro e il Conte di Ruscaglia, che derivano i loro nomi da due località della frazione. “Nella sfilata sono accompagnati da due damigelle e due paggetti. La domenica viene consumato il pranzo comunitario a base di fagioli, com...


“Fino al 1950 si svolgeva a Carnevale, con la partecipazione di gruppi di Quagliuzzo e di Parella, una ‘marcia’, caratterizzata dalla presenza dei ‘curor’ (corridori), che, secondo una vecchia usanza, precedevano i vari gruppi, muniti di un lungo bastone ornato di fiocchi. Nel 1950, per onorare...


L’ultima sera di Carnevale si accendeva il falò. “I giovanotti, senza dare nell’occhio, ai recavano in un bosco, chiamato ‘San Sidor’ (S. Isidoro) o ‘d’la panatera’ e rubavano quattro tronchi altissimi. Li conficcavano quindi nel luogo prescelto, in modo da delimitare un quadrato di due metri di...


Per festeggiare il carnevale si formava un gruppo di una ventina di personaggi: il Carnevale e la moglie, il presidente o giudice, l’avvocato difensore, due arlecchini, tre carabinieri, la Quaresima, alcuni vecchi, il ‘doppio’, il medico, l’infermiere, alcuni figuranti variamente mascherati, un f...


“Il martedì grasso si prepata la ‘tofeja’, caratteristica pignatta di terracotta, con i rustici e robusti ‘fasòj grass’, di sapore antico. […] A tarda sera avviene l’abbruciamento di Re Ranocchio” (Gallo Pecca, 1987, p. 221). Le attuali maschere sono ‘l Raner e la Ranera, la cui origine è dovut...


Un uomo vestito da orso veniva condotto in catene e gli davano delle ossa da rosicchiare (Boschieri, Meacci, 1995).

Il paese “già nel 1560 aveva una sua Badia, i cui componenti legavano con una catena di salciccia chi era sorpreso a lavorare negli ultimi giorni di Carnevale. Un tempo la Badia festeggiava’l Gat Ross, personificazione di un curioso fatto avvenuto nel 1200. Ai giorni nostri Farigliano, a Carneval...


Ancora negli anni Venti per Carnevale c'era una persona che si vestiva di pelli e faceva l'orso (Inf.: Luciano Cordero).


“A Carnevale il Conte e la Contessa sfilano per le vie di Fiano, accompagnati da due damigelle. La sera del martedì grasso si brinda con vin brulé” (Gallo Pecca, 1987, p. 226).


Una persona ubriaca veniva cosparsa di miele e fatta rotolare in un mucchio di piume di pollo. Con una catena al collo veniva portato per il paese. Nel dopoguerra gli operai di una fabbrica hanno rappresentato l'orso ad un Carnevale di Torino (Mo, 1994, p. 114).

Le maschere della frazione Filia sono ‘l Pejlòt e la Pejlòta, che prendono nome dai tegamini in terracotta usati in particolare per la bagna caoda, che un tempo venivano cotti nei forni del luogo. “I due personaggi, in abiti settecenteschi e con grandi parrucche bianche, partecipano alla sfilat...


Il carnevale viene festeggiato la prima domenica di Quaresima. Alle ore 10.30 vengono benedetti i fagioli, quindi il Re e la Regina del Fuoco (maschere rappresentative del paese) con la corte presenziano alla messa. Alle 12.30 presso la sede della pro loco è previsto il pranzoa, a base di fagi...


"L'animale carnevalesco aveva un muso da orso e indossava una pelliccia. Andava per le case e la gente gli dava da bere" (Scabini, 1994, p. 7). "Erano vestiti con foglie di meligacci, sacchi di iuta e sporchi di nero fumo in volto" (Scabini, 1994, p. 6).


Per Carnevale usciva un uomo vestito da orso che danzava (Boschieri, Meacci, 1995). Durante il Carnevale viene anche riproposto, inconsicamente, un antico rituale propiziatorio del nuovo anno: “un Pagliaccio è condotto per le vie del paese, seguito dal Neonato, suo figlioletto, che è trastullato...