
Nel paese la bosinata recitata in piazza durante il Carnevale, nei primi del Novecento conteneva “tutte rime paesane, apolitiche, quasi sempre satireggianti fatti e personaggi della cronaca locale, e in particolar modo le ragazze” (Castelli, 1999, p. 164); una bosinata del 1920 ricorda gli orrori...


Nel paese l’usanza della bosinata è attestata a fine Ottocento: “nel 1897, dopo la sconfitta di Adua, su un palco davanti all’Asilo, nonostante la molta neve, un certo Marlòt, assieme a due ‘vignulant’ mezzadri di Castelletto, recitarono una ‘businà’ polemica mentre ‘Quinten’ Belleri suonava la f...


Le bosimate “erano frutto di buontemponi che per Carnevale si mettevano d’accordo e, mascherati alla bell’e meglio, giravano per il paese recitando rime all’apparenza improvvisate” (Castelli, 1999, p. 165).


Castelletto Monferrato (sino la 1938 Castelletto Scazzoso) “è senz’altro il paese della provincia alessandrina che più d’ogni altro detiene il primato nella tradizione della bosinata” (Castelli, 1999, p. 131). Pare che quest’usanza l’ultimo giorno Carnevale fosse già in auge nel Settecento, anch...


I giovani monesigliesi, nel periodo invernale, praticavano il rituale del ‘canté j’euv’ (cantar le uova), dettagliatamente descritto da Augusto Monti nel romanzo ‘I Sanssôssí”: "D'inverno cantar le ova, d'estate sfide al pallone o gare di ‘tela’ e in mezzo, Carnevale: la vicenda era quella. ...


"...... a cantare i porci" (Milano, 2005, p. 79). ...L'ultima sera di carnevale, frotte di giovani vanno fra le ombre notturne a rispettosa distanza dalle case dove abitano ragazze da marito, che per loro disgrazia abbiano avuto qualche idilliofinito male o commesso qualche peccato d'amore, e ...


".... a cantare i porci" (Milano, 2005, p. 79). "rappresentazioni carnascialesche..." (Milano, 2005, p. 152) "...in pieno giorno /.../ l'ultimo di Carnevale: alcuni buontemponi all'uopo mascherati, si raccolgono sulla piazza maggiore o sul luogo più alto del paese tenendo fra mani certi li...


La festa di santa Martina Vergine e Martire cadeva a fine gennaio nel periodo conosciuto come "i giorni della merla" che rappresentavano il periodo freddo dell'inverno. Cantare Martina voleva dire festeggiare la fine del periodo più duro dell'inverno. Dalla fine di gennaio fino alla fine di Carne...


“Una volta, a Carnevale, si tenevano a Verduno delle rappresentazioni a soggetto, simili al Canté Martina. La gente dei campi si mascherava alla buona, magari pavoneggiandosi in divise militari o in buffi abiti femminili, e, con la faccia tinta di nerofumo e il capo avvolto in uno scialle, faceva...


Nella frazione Laietto durante il Carnevale “si usava fare una serenata, la cosiddetta ‘Martina’ a tutte le ragazze del luogo, serenata che si ripeteva per ogni sera della settimana, tranne che il venerdì grasso. Ogni giovane alla fine poteva dire di essere stata corteggiata” (Ruggiero, 1970, p. ...


Nel periodo invernale e soprattutto durante il Carnevale, nelle stalle di sera si cantavano Ie "Martine". Un gruppo “di giovanotti, tal ora provvisti di fisarmonica, si raccoglieva davanti alla porta di una stalla dove, nelle sere invernali, si riunivano varie ragazze da marito. La presenza dei g...

Intervistata nel 2011, Carla Meriggio racconta e mostra le fasi di preparazione dei ravioli del plin, prodotto tipico della zona delle Langhe (Belvedere Langhe, Murazzano, Marsaglia, ecc.). I ravioli del plin richiedono una lunga lavorazione: "Siamo donne di Langa, amiamo le abitudini e portiamo ...


I festeggiamenti carnevaleschi, ripresi nel 2009, dopo un'interruzione di quasi trent'anni, sono incentrati sulla sfilata di carri allegorici e figuranti mascherati a piedi, accompagnata dalla banda musicale e dalle majorettes, che l'fultimo sabato di Carnevale che parte da bia Piacenza, percorre...


A Cascinagrossa in occasione del Carnevale dal 1900 al 1930 circa la bosinata veniva recitata nella piazza del paese da Elia Castellani (‘u Lia’), mascherato, affiancato dall’amico ‘Gabot’ e altre persone in maschera. “Finita la businà, la carovana di maschere si recava a Litta per unirsi ai loc...


“Re Gatun è un grande pupazzo di carta, il cui volto riproduce le sembianze di un personaggio importante del paese (diverso ogni anno), attorniato da una schiera di micini miagolanti. Alla sera, in un grande falò, Re Gatun brucia per espiare le colpe di tutta la comunità” (Gallo Pecca, 1987, p. 1...


1. A Volvera, paese situato alla periferia della metropoli torinese, il tempo della trasgressione carnevalesca iniziava, come in molte altre località, il giorno dopo l'Epifania. In quella data si dava inizio ad un lungo periodo caratterizzato dalla presenza di due maschere animali: l'orso e la ca...


L’ultima domenica di carnevale, attorno alle ore 10 inizia la distribuzione dei ‘tortiou’ (frittelle). Un carro, sul quale è installata una cucina per preparare le frittelle, trainato da un trattore percorre le strade del paese. Ad ogni fermata vengono distribuite alle famiglie le frittelle in c...


La festa di Carnevale nasce alla fine degli anni Cinquanta del Novecento per iniziativa del dinamico parroco don Giuseppe Garoppo, prendendo spunto dalle manifestazioni che si svolgevano nei paesi limitrofi. Il Martedì grasso nella piazza del paese a partire da mezzogiorno viene distribuita la ...


“I Cisternesi a Carnevale ricordano, con una festa notturna, il primo Principe della Cisterna, Giacomo. Il Principe e la Principessa, scortati da dame e paggetti, scendono dal maniero medievale per dare la loro autorizzazione ai festeggiamenti. I nobili fraternizzano con i loro sudditi: tutti ins...


Nella frazione Sant’Anna il Carnevale viene festeggiato la prima domenica di quaresima, con distribuzione, a partire dalle ore 12.30, di polenta e salciccia, “tajarin e fasò” (tagliatelle e fagioli), vino. Nel pomeriggio si svolgono la lotteria e i giochi per i bimbi. Sino intorno al 1990 alla f...
