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totalità delle imbarcazioni dei pescatori

Saperi tradizionali di pesca del lago di Bolsena: la costruzione della "barca"

Nella costruzione della barca tradizionale del lago di Bolsena per prima cosa viene fatto il "fondo" della barca, piatto, che viene realizzato con tavole di legno che vengono segnate, tagliate e messe sopra le "ceppette" in modo da dargli "la piegatura" ("dare la leva"). Questa operazione, che rappresentava la parte più delicata dell'intera realizzazione dell'imbarcazione, veniva eseguita tutta ad occhio e in passato era un sapere custodito gelosamente dai maestri d'ascia. La "leva" della barca (curvatura) non era sempre la stessa, ma cambiava a seconda del lavoro che doveva fare la barca. Se il pescatore lavorava un certo tipo di reti veniva data meno "leva" sulla punta, o meno "leva" dietro alla "culata" (poppa). Se la barca lavorava gli "artavelli", questi venivano messi sulla punta; pertanto la "leva" sulla punta doveva essere diminuita in modo che la barca fosse più bassa. Se invece il pescatore lavorava le "retone" o le reti a strascico, bisognava diminuire la "leva" sulla "culata" altrimenti il pescatore avrebbe faticato molto a lavorare le reti. La poppa ("culata") è costituita dall'"usciolo" e dalla "lena", le cui sporgenze all'esterno erano chiamate "orecchiozzi". Prima che i motori iniziassero ad essere messi al centro della barca, venivano messi sulla "lena" in poppa; era allora molto importante dare a questa parte della barca una giusta piegatura, altrimenti il peso del motore rischiava di fare sfilare l'"usciolo" e far cadere il motore in acqua. L'altezza della barca è tradizionalmente di circa 62-63 centimetri, ma da quando i motori si sono spostati al centro della barca, il maestro d'ascia ha alzato a 70 centimetri. La lunghezza è invece di 6 metri e 25/50 di fondo, più 1 metro di punta. Dopo il fondo venivano attaccate le fiancate (la sponda) e le "matee" (le assi trasversali che reggevano le fiancate) fatte di legno di ulivo già piegato; in seguito le "matee" sono diventate di ferro. La fiancata sporge sotto la barca di 2 centimetri ("vigliaro"), una parte che serve a dare maggiore stabilità alla barca. Sul "vigliaro", per non farlo rovinare, si metteva una striscia di legno detto "sguiciotto". Per inchiodare il legno si usavano dei "chiodi neri" realizzati a mano, di forma conica e dalla testa quadrata, fatti in modo che "tiravano il legno", cioè tenevano le tavole unite tra loro: per ogni barca ci volevano 6 chili di chiodi. In tempi più recenti venivano usate le viti. Sul "fondo" venivano poi messe "le poste", assi di legno trasversali. Ogni parte della barca voleva una misura di chiodi. L'angolazione delle fiancate veniva chiamata "sbracatura" e anche quella variava a seconda del tipo di pesca; anche la "sbracatura" veniva fatta tutta a occhio mentre si inchiodavano le "poste": in tutto erano necessarie 7 tavole, 3 per fare il fondo e 4 per le due fiancate. Le assi trasversali per sedersi erano 2 e si chiamavano "trasto": "trasto de punta" e "trasto de mezzo". La vela è stata invece una introduzione recente, voluta da un pescatore poi imitato da altri. Al centro della punta c'è il "pezzetto della puntina" che serve come rifinitura; sulla punta veniva messa una maniglia ad anello, detta "briglia", di ferro che serviva a legare la barca. I remi sono di due tipi: "il riemo", che sta sulla poppa sul lato sinistro, e "la rosta" che sta sul lato destro sulla fiancata; sono composti da due parti: lo "stico" e la "pala", che sono girati in versi diversi a seconda se si trattava del remo della "rosta" o del "riemo". I remi sono attaccati ad un "piro"; il primo "piro" era collocato a sinistra della "culata", gli altri due sulla sponda dell'altro lato. Ogni barca in passato aveva 3 remi e quindi 3 "piri" messi in posizioni prestabilite; in seguito il "piro" è diventato di ferro. I remi sono fatti di legno di castagno. Il legno con il quale venivano fatte le barche tradizionalmente era il cerro; poi con la diminuzione del cerro è subentrato il mogano che veniva dal Libano; in tempi recenti, con la guerra in Libano e la diminuzione del mogano, è subentrato l'iroko. Nei tempi migliori il falegname realizzava circa 30-35 barche all'anno. Oggi le barche sono fatte in resina.

Osservazioni
Il documento illustra nelle immagini l'ultima imbarcazione tradizionale del lago di Bolsena, realizzata in legno: oggi la totalità delle imbarcazioni dei pescatori sono realizzate in resina. Un'altra imbarcazione di legno si trova al Museo di Capodimonte, realizzata su commissione dal maestro d'ascia qualche anno fa. La presente imbarcazione era di proprietà di un pescatore di Bolsena che l'anno scorso (nel 2010) l'ha data a un giovane imprenditore locale che vuole restaurarla per ragioni estetiche o espositive. Il testimone ha realizzato imbarcazioni tradizionali anche per i pescatori del lago di Bracciano, per i pescatori del lago di Vico e del lago di Campotosto. La maggior parte della terminologia locale delle imbarcazioni tradizionali del lago di Bolsena è ancora in uso da parte dei pescatori ed è stata trasferita alle nuove imbarcazioni in resina che sono fatte sul modello di quelle tradizionali. Il modo di remare specifico (in piedi con due remi che procedono nello stesso senso con un remo in punta e l'altro più al centro della barca) è rimasto inalterato anche con le nuove imbarcazioni.
Bolsena (VT), Italia Regionlazio
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