Lungo la scalinata che porta ad uno dei rioni più antichi di Pisticci, il ristorante L’Incontro sorge in quella che gli anziani del paese ricordano come la cantina “Selvaggi”. La sala principale ha la tipica struttura a lamia con volta a botte a sottolinearne la funzione di fondamenta del palazzo gentilizio di origine seicentesca posto al livello superiore. Beniamino Laurenza ne comprese il valore storico e architettonico già quarant’anni fa, quando con molta pazienza riuscì ad acquistare i locali dai vecchi proprietari, annettendoli ad uno adiacente in cui predispose quella che oggi è la cucina del ristorante. Nel 1992 venne inaugurato il nuovo locale, sapientemente restaurato in modo da valorizzarne l’impianto originario. Ancora oggi nella sala è possibile ammirare le mura e le volte con pietre a vista, la nicchia in cui un tempo venivano conservate le botti della cantina, e le aperture sulla parete di fondo in cui si mostrano ancora oggetti antichi di uso quotidiano come i cosiddetti cucumi, tipiche anfore di terracotta utilizzate per mantenere al fresco l’acqua pur se poste al sole. La pizzeria con forno a legna viene aggiunta nel 2014 e nel 2019 viene effettuata un’ultima ristrutturazione con l’apertura di nuovi servizi igienici. Il ristorante ha avuto un crescente successo testimoniato dalla presenza ventennale nella guida del Gambero Rosso ai migliori ristoranti d’Italia. Specialità della casa i maccheroni al ferretto con mollica di pane e peperoni cruschi. Oggi Beniamino è affiancato nel lavoro da sua moglie Maria Concetta D’Alessandro e dai figli Daniele e Luca.

Il Rione Dirupo prende il nome dalla rovinosa frana del 1688 che portò a valle un terzo dell’abitato, compresa parte del castello. Gli abitanti vollero però ricostruirlo sulla frana consolidata, ed in un’opera collettiva edificarono nuovamente le casette bianche allineate con tetto a punta che ancora oggi rendono il rione uno dei più caratteristici della città. La via Risorgimento, su cui affaccia il ristorante, è uno degli accessi principali del rione. Nell’opera di restauro del 1992 è emerso che la calce originaria con cui è stata edificata la struttura derivi dalla cava di carbonato di calcio della Petrolla, nella vicina Montalbano Jonico, luogo di leggende legate al brigantaggio. Per mantenere l’aspetto autentico delle mura e delle volte, la calce utilizzata nel restauro è stata colorata con la polvere proveniente dalle sabbiature.