Nei giorni precedenti l’Ascensione a San Paolo della Valle si svolgevano le processioni delle rogazioni minori per la benedizione delle campagne

Il primo giorno “si porta la processione sino alla Croce grande verso la Madonna di Serra, ivi si da la prima benedizione alla campagna e poi si ritorna a dietro per la medesima strada sino al confosso detto di Antonio Maria Collo e qui si da la seconda benedizione, indi si seguita attorno al luogo sino alla rubatela dove si da la terza ed ultima benedizione, quale finita la processione ritorna alla parochia.

Nel secondo giorno la processione si porta sino al luogo detto di Santa Deliberata che è in testa di questo luogo et della strada di Villanova in coerenza del campo grande del signor conte di San Paolo, ivi si da la prima benedizione alla campagna e poi si seguita la processione e si porta a Sant’Antonio, passando per mezzo del suddetto campo del signor conte di San Paolo (da continuarsi) e qui si da la seconda benedizione e qual finita la processione si porta per la retta strada a la parochia.

Nel terzo giorno la processione si portava attorno al castello del signor conte di San Paolo, passando per mezo del suo giardino, voltava dietro il castello e si portava nella strada e ritornava alla parrocchia et avanti la chiesa si dava la benedizione alla campagna” (memorie di don Secondo Teppa, 1750-62, in Visconti, 2008, pp. 79-80).

Dopo due o tre anni dall’ingresso del prevosto don Secondo Teppa, avvenuto nel 1750, “il sig. Conte Dionigio Riccio di San Paolo ha fatto chiudere il giardino per impedirne l’ingresso in tal frazione [dando] a vedere che non si curava dell’onore che pure riceveva in dover passare processionalmente il parroco con il suo popolo. […] Ora dunque in questo giorno la processione parte dalla parrocchia, si fa la strada per andare al molino e ivi in capo della medesima si da la prima benedizione, indi per la medesima strada si ritorna alla parochia e nella piazza ivi attigua si da la seconda benedizione, si entra in chiesa, si dicono le solite orazioni ed è finito” (memorie di don Secondo Teppa, 1750-62, in Visconti, 2008, p. 80).