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Fonte: Atlante delle Feste Popolari del Piemonte / Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – UniSG
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Feste popolari

Le Parlate - La sepoltura del Cristo

"Le 'parlate' erano presenti anche nelle funzioni del venerdì santo, simili a quelle di Garessio, di Roccavione e di Entraque (oggi Entracque). Nella sede della Confraternita i personaggi con i simboli e gli strumenti della Passione recitavano le loro 'parlate'. Poi, verso sera, iniziava il corteo per portare il Cristo al sepolcro" (Bernardi, 1991, p. 366, con nota che ricorda Barolo, 1933).

"La messa in scena /.../delle 'parlate, la sacra rappresentazione forse più famosa delle valli cuneesi, ha ripreso la cadenza quinquennale già stabilita 'verso la fine dell'Ottocento, per ordine del vescovo monsignor Valfré di Bonzo' (Ristorto, 1978, p. 182) e mantenuta anche nel 1994. La manifestazione di Entracque in valle Gesso si articola, da molto tempo, in tre momenti ben distinti: la sfilata dei personaggi per le strade del paese, la rappresentazione vera e propria (le parlate), la processione con l'urna del Cristo (il mortorio). (aggiungere testo mio Bulzoni).

"E' un venerdì santo. In Entraque, grosso villaggio in val di Gesso (provincia di Cuneo), si osserva negli abitanti una festività così rumorosa da apparire incompatibile stonatura e stridente contrastocoi mesti ricordi della circostanza e, come si trattasse d'una vera festa carnevalesca, giungono numerose comitive dai comuni limitrofi; causa di tanto movimento, tema di tutti i discorsi, le solenne funzione religiosa che deve aver luogo in quella sera. Son cinque anni che si attende lo spettacolo, tanto pieno di attrattiva per la maggioranza di quella gente; il volgo ignorante e il volgo piccino che si affaccia appena al limite del discernimento sono i naturali ammiratori entusiasti di simile festa, la cui attrattiva è accresciuta dalla lunga vivissima aspettazione. Due mesi prima il Rettore della Confraternita della Misericordia - quella appunto che celebra lo spettacolo - provvide alla distribuzione delle parti, assegnando cioè ai numerosi richiedenti le singole 'parlate'; e fin d'allora ognuno cominciò a studiare per bene il brano di poesia o di prosa a lui toccato, esercitandosi a recitarlo con enfasi declamatoria non sempre appropriata. Si fecero in gran numero prove parziali, in cui gli anziani, già provatiin anteriori spettacoli, ammaestrarono nell'arte gli esordienti; si fece poi la prova generale il mercoledì santo, alla presenza di tutti i più vecchi ed esperti critici del genere; e finalmente si compie l'atteso spettacolo, che comincia alle quattro pomeridiane. La chiesa avvolta nella penombra, è piena zeppa di popolo stipato nell'ampia navata; addossate alle pareti sonvi due logge, e sul coro sorge il palco, alto come l'altare, ove pende da una gran croce un Cristo colossale, con a lato appesi a croci minori i due ladroni; c'è perfino, sospesi nell'alto, il sole e la luna, che rompono con la loro luce la semioscurità dell'ambiente. Sul palco prendono posto le autorità civili e religiose, sulle logge s'assidono trecici cavalieri, vestiti inappuntabilmente secondo la moda del secolo XVIII: tutto l'abito in nero, giubba con le code, in testa il cappello a due punte; le scarpe basse con fibbia d'argento e le calze bianche, alla cintura il fioretto italiano. Inoltre ciascuno dei cavalieri regge uno stendardo nero a frange gialle. Così tutti han già preso posto; e l'apparato grandioso, i paramenti a lutto che coprono le pareti del vasto tempio, l'incerta luce dei ceri e della lampade, producono un'impressione forte e nuova. E tosto ha principio la rappresentazione, che già dicemmo consistere in altrettanti quadri o scene punto connesse fra loro: monologhi e dialoghi si succedono l'uno all'altro per ore ed ore, svolgendo così la soria della 'Passione' di notro Signore.

Si comincia con la 'parlata d'introduzione'; poi via via compaiono alla ribalta una o due o più persone, tenendo spesso in mano uno strumento della Passione che ha attinenza con la loro parte, e recitano più o meno bene la loro chiacchierata. Si comincia con 'Gesù nell'orto'; poscia compare Pilato, che esce dal pretorio assiso sullo scanno e circondato dalel guardie vestite da pretoriani; e poscia 'La rinnegazione di Pietro', 'L'impiccagione di Giuda, 'La colonna', 'Le funi', 'La borsa', il 'Longino', ecc..., fino a che si termina con 'La deposizione dalla croce - 'Giuseppe di Arimatea e Nicodemo' - 'I lamenti delle pie donne', 'Le guardie del sepolcro'. Il nostro cenno ristretto e fuggevole basta appena a dare un'idea dello svolgimento dello spettacolo, ma troppo lungo sarebbe enumerare tutte le parlate, che sono parecchie decine. Il grosso Cristo è già stato deposto dalla croce in un ricchissimo cataletto; il dramma se così può chiamarsi, è finito, ed un ultimo attore recita una parlata 'La pompa s'incammina', che è la parlata di chiusura; dopo la quale comincia la processione, anch'essa curiosa e interessante. Lo spettacolo ha durato più di quattro ore, ormai è già notte; e il lungo corteo s'incammina al chiarore di mille fiaccole accese, e di una vera illuminazione a tutte le case tra cui procede. Sono migliaia di persone; eppure v'è un relativo silenzio, rotto soltanto dal lugubre salmodiare dei confratelli e delle consorelle, dagli squilli del trombettiere che precede i cavalieri guidati dal capitano, e tratto trattoda qualche funebre marcia. Ma l'originale e strano consiste in questo, che fra tutto quel nero di apparato spiccano fogge di vestire affatto inusitate: sono drappelli, anzi turbe di giovani, che indossano abiti all'orientale dai colori vivacissimi e smaglianti, onde nasce un vivo contrasto che sminuisce il cupo dominante nel quadro, mesce il profano col sacro e dà molto a pensare. Sarà questa una innovazione degli ultimi tempi, o appartiene alle epoche più lontane, a cui certamente risale lo spettacolo di Entraque? Certo delle modificazioni sono avvenute nel corso dei tempi, ed ancora gli abitanti ricordano che prima v'aerano in detta processione i 'Flagellanti', così detti precisamente, che davano orrido spettacolo trascinando, con la catena ai piedi, croci pesanti e macerandosi a sangue le spalle nude con gli staffili. La tradizione lascia intendere che questa parte fosse riservata ai frati conventuali, chè nei secoli addietro fuvvi presso quel luogo un monastero di Benedettini e l'abate ne tenne la signoria per molto tempo. Lo spettacolo da noi descritto daterà da quei secoli, e sarà stato istituito da quegli stessi monaci? Sono domande a cui non è facile dare risposta: certo siamo qui innanziad un caso ben singolare, nel quale il dramma sacroha assunto un aspetto tutto suo speciale. Non è uno spettacolo muto e non è vera azione scenica: è un impasto dell'una e dell'altra cosa: Quanto poi al testo delle 'parlate' sarà nostra cura esaminarle direttamentenon appena potremo averne il copione, al che non riuscimmo finora; ma già sappiemo che dette 'parlate' non hanno in generale un grande interesse. Pare che le attuali si siano sostituite ad altre più antiche; vi sono componimenti poetici di tempi e scrittori diversi, e v'è per esempio, a proposito della morte di Giuda, i celebri sonetti del Monti di cui il primo comincia col verso: 'Gittò l'infame prezzo, e disperato..." (Milano, 2001, pp. 251-253).

Milano raccoglie molto materiale sui riti di Entracque. Tra i suoi appunti appare, con poche variazioni, il testo sopra riportato, seguito dall'elenco dei vari strumenti della Passione e dai dialoghi delle scene della stessa (Milano, 2005, pp. 159-170). Seguono altre informazioni:

"Data da vari secoli la solenne celebrazione del venerdì santo in Entraque. La grandiosità della funzione religiosa invita ed accorrervi numeroso popolo anche da tutti i comuni limitrofi. Siccome l'apparato che si richiede è costosissimo, così la grande rappresentazione della Passionee morte di Gesù Cristo nel venerdì santo, si fa ogni tre anni. Nota di particolare menzione è che durante la processione del venerdì santo in Entraque non ha (è) mai piovuto o nevicato, per quanto durante la giornata il tempo sia stato pessimo. La rappresentazione ha inizio nella confraternita verso le ore tre pomeridiane e dura per circa cinque ore.Le 'parlate' vengono recitate da una cinquantina di attori vestiti tutti alla tebea. Principali attori sono Pilato, il Centurione, Giuda, Pietro l'apostolo, le Pie donne presso la croce, e i due discepoli Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea. Terminata la recitazione ha principio la solenne processioneche trascorre le vie principali del paese straordinariamente illuminate anticamente con olio di noce entro chiocciole di lumaca, ora con palloncini a candela. Prendono parte al corteo tutte le compagnie religiose locali, tutti gli attori della recitazione dei quali molti a cavallo, compreso quegli che fa da capitano, il cadavere di Gesù Cristo chiuso in una nicchia sormontata da vetri e portata da dodici persone, il Clero e quindi l'immenso popolo con torcia. La processione dura circa due ore (Milano, 2005, p. 171).

(CN), Italia Regionpiemonte
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