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Fonte: Atlante delle Feste Popolari del Piemonte / Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – UniSG
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Feste popolari

Festa patronale di san Vincenzo

Il patrono san Vincenzo viene solennemente festeggiato il 22 gennaio. In quell’occasione “sono festeggiate la priora della Madonna del Rosario (la più giovane tra le anziane) che offre il rinfresco prima della messa, e la priora di san Vincenzo (la più anziana tra le anziane), che ne offre un altro al termine della celebrazione e altri nel pomeriggio, prima e dopo i vespri. Intorno alle 9.30 del mattino gli ospiti, la banda, la portatrice del ‘bran’ e i quattro spadonari, ‘li spadonèire’, che indossano una casacca e un grembiule damascati, un pesante copricapo ornato di fiori e nastri e brandiscono una pesante spada, si ritrovano a casa della priora della Madonna del Rosario. Poco prima di mettersi in marcia verso la chiesa, la banda suona qualche brano musicale per ringraziare la priora e la sua famiglia dell’ospitalità. Poi si forma il corteo aperto dai quattro spadonari in fila indiana, seguiti dalla banda, dalla portatrice del ’bran’ affiancata dai due aiutanti, dalle sei priore a due a due, con le due più anziane in prima fila, e dalla popolazione.

Appena partita la processione, per qualche centinaio di metri la banda suona una delle marce, gli spadonari procedono danzando e la portatrice del ‘bran’ tiene l’albero issato sul capo. Segue poi un momento di pausa in cui il corteo, in silenzio, cammina verso la chiesa. Quando si giunge in vista della parrocchiale, musica e danza riprendono fino all’arrivo. Come di consueto, fuori dalla chiesa i bambini-chierichetti attendono le priore per consegnare loro i sei lunghi ceri in cambio di una moneta. Gli spadonari si dispongono a due a due sotto il porticato, scortando così l’ingresso delle priore e ei convenuti. Mentre le priore si siedono nei banchi a loro destinati, gli spadonari si spostano danzando, insieme alla banda, in direzione del municipio, andando incontro agli amministratori e agli ospiti più illustri, che percorrono la strada verso la chiesa, preceduti dal gonfalone.

Si forma così un nuovo corteo formato da spadonari, banda, gonfalone e amministratori. Ancora una volta, giunti sotto il porticato della chiesa, gli spadonari si schierano ai lati, a due a due, per far entrare gli ospiti. Entrano quindi anch’essi nell’edificio, e percorrendo la navata centrale, si avviano all’altare. Saliti i pochi gradini, tenendo con la mano destra la pesante spada, battono la punta sul pavimento e vanno a posizionarsi ai due lati dell’altare, dove rimangono, solennemente in piedi, per tutta la funzione.

Prima della celebrazione della messa, il sacerdote benedice la statua di san Vincenzo e le reliquie che stanno per essere portate in processione intorno alla chiesa. […] La processione che si avvia lungo il perimetro esterno dell’edificio, vede susseguirsi i bambini con il gonfalone delle Figlie di Maria, la banda che suona, la portatrice con ‘lou bran’, in testa, le sei priore con il cero in mano, ‘li arvitû’ cioè i confratelli del SS. Nome di Gesù con il cero, ‘li tsanree’, cioà la corale della chiesa, i chierichetti, ‘lou prevost e li prèire’, cioè il parroco e sacerdoti invitati per concelebrare la messa, sue spadonari che precedono le reliquie del santo sorrette sa quattro alpini, due saponari che precedono la statua di san Vincenzo portata da altri quattro alpini, ‘li poumpìe’, i pompieri che scortano la statua del patrono, il gonfalone comunale, ‘lou sanic e lou counsèlh, gli amministratori del Comune e infine i fedeli. Terminata questa breve processione viene celebrata la messa.

Verso la fine della funzione viene distribuito il pane benedetto, offerto dalle priore, che riporta l’effige del gallo, simbolo di Giaglione. […] Poco dopo, intorno alle 12, sul sagrato della chiesa, gli spadonari eseguono le danze con le spade. Infine il corteo si ricompone per accompagnare a casa la priora di San Vincenzo. Nel pomeriggio, intorno alle 15, ci si ritrova per celebrare i vespri, durante i quali si usa baciare la reliquia del santo.

La stessa festa si ripete la domenica successiva, per la cosiddetta ‘ottava’, ma senza la celebrazione dei vespri, che sono stati sostituiti dal concerto della banda musicale. La festeggiata in questa occasione è la più giovane delle priore di Santa Caterina” (AA.VV., 2009, pp. 68-69).

Euclide Milano definisce gli spadonari "milizia di parata con rosse tuniche a falde e frange e con enormi durlindane. nelle solennità religiose allietavano il popolo coi loro giuochi d'arma e fornivano il compito di guardie d'onore. Sopravvivono a S. Giorgio (oggi San Giorio), a Venaus, a Giaglione" (Milano, 2005, p. 121).

GIAGLIONE (TO), Italia Regionpiemonte
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