A Fenils, frazione di Cesana Torinese, era usanza festeggiare la vigilia di San Giovanni Battista con un grande falò, chiamato in patois fuo de giio, fuoco di gioia. Durante il pomeriggio del 23 giugno, i giovani del paese raccoglievano la legna necessaria con molto impegno, poiché, essendo divisi in tre gruppi (Pra Claud, Quagliet, Selletto), ognuno voleva che il proprio fuoco fosse il migliore. La festa si teneva sulle alture, poiché in quel mese la popolazione saliva alle malghe dell’alpe insieme al bestiame per trascorrervi l’estate; infatti i falò venivano accesi proprio sulla strada che le mucche avrebbero preso il mattino seguente, in modo che calpestassero le ceneri sparse per essere protette dall’afta epizootica (in patois, Lea Lemasoire). Secondo la credenza, le braci spente dovevano essere calpestate anche dagli abitanti del paese; la giornata terminava con una cena a cui prendeva parte tutta la popolazione. La mattina successiva, bisognava svegliarsi presto e bagnarsi gli occhi con la rugiada di San Giovanni, che li proteggeva dalle malattie; in seguito, si raccoglieva un mazzo di fiori a forma di croce, che andava appeso sulla porta di casa (Grimaldi, 1996, pag. 297).