Situata a pochi passi dall'antico rione dei Sassi, la Drogheria Latorre ha sede in uno dei palazzi storici della famiglia ducale Malvinni-Malvezzi nel settecentesco corso cittadino. Pasquale Latorre, nonno dell’omonimo titolare, la rilevò nel 1915 dal precedente proprietario, Giovanni Vezzoso. L’attività subì una progressiva espansione fino a diventare negli anni’50 quasi un vero e proprio bazar, ospitando le più disparate categorie merceologiche (dal caffè sfuso ai lubrificanti, passando per carburanti e dolciumi), finché i tre eredi decisero di suddividere l’attività in altrettanti esercizi commerciali. Francesco ereditò la drogheria nella sua conformazione originaria legata ai generi alimentari, specializzandosi nel settore dolciario ed enologico, a cui si affiancano oggi anche i prodotti tipici. Gli arredi originari sono andati perduti a seguito dei restauri avvenuti nel 1959, nel 1972 (con l'acquisizione del locale adiacente che ospitava la sartoria Scalcione) e nel 1992, ma le belle vetrine in legno dal gusto antico richiamano ancora i bambini di ogni età.

Matera ha una storia molto particolare, che la fa assurgere a simbolo di costante rinnovamento. La definizione di “vergogna nazionale”, usata da Togliatti nel 1948 per descrivere le deplorevoli condizioni di miseria in cui versava la popolazione dei Sassi, indusse nei materani un sentimento di rivalsa che ha condotto, spesso, al rifiuto dell’antico (visto come sporco, miserevole) a favore di una modernità considerata più “pulita”, luminosa. Come racconta Pasquale Latorre, è questo il motivo principale della difficoltà di trovare, all’interno degli esercizi commerciali storici materani, arredi originari di chiaro valore storico ed etnoantropologico. Solo recentemente è avvenuta la riabilitazione di un passato autentico e peculiare che ha innegabilmente contribuito allo sviluppo economico e sociale della città portandola a divenire Capitale Europea della Cultura 2019.