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Cesare Cosentino

Cesare Cosentino – Giuseppe Molaro

Cesare Cosentino, originario di Roma (dove è nato nel 1954), ricorda l’arrivo da Roma in Piemonte, a Orbassano, dove già aveva dei parenti nel 1973, diciannovenne, il servizio militare a Pinerolo e il congedo con un mese d’anticipo avendo la futura moglie incinta. Passa quindi a parlare delle diffidenze nei confronti dei meridionali, i primi lavori saltuari e poi come muratore nell’impresa di Achille, prima di entrare il 13 ottobre 1976 alla Fiat, l’assegnazione dell’alloggio nelle case popolari e il suo impegno nel comitato di quartiere.Prende la parola Giuseppe Molaro, nato a napoli nel 1949, che ricorda l’arrivo nel 1968 da Napoli a Orbassano, per andare a lavorare come operaio alla Mondial Piston come operaio, i primi scioperi degli anni Settanta, il matrimonio e la nascita della bambina nel 1975, i problemi economici e l’occupazione di un alloggio nelle case popolari di Volvera per la disperazione. Fa quindi un confronto tra le due realtà diverse che ha conosciuto: Orbassano e Volvera.Riprende la parola Cesare che ricorda l’impatto con la grande fabbrica, dove costruiva particolari per i freni, gli scioperi e l’attività dei delegati sindacali, fino a diventare anche lui delegato nel 1980, il dialogo con i rappresentanti dell’azienda, ottenendo una maggiore vivibilità e sicurezza nello stabilimento. Giuseppe ricorda di avere lavorato in sette ditte fallite prima di entrare all’Indesit di None, la ripetitività del lavoro sulla linea di montaggio, la mancanza di prevenzione, la legge 300 che ha di fatto danneggiato i lavoratori e che  poi pagato le conseguenze di un eccessivo permissivismo. Cesare descrive l’occupazione delle case e la nascita del comitato di quartiere con la necessità di controllare la gente presente negli alloggi, l’apertura al sociale, i rapporti fra città e quartiere, la gestione delle case, il PRU (piano di recupero urbano) che ha portato alla realizzazione nel quartiere di strade, piste ciclabili, ecc., con i l rammarico che alcune persone con comprendessero, a volte per schieramento politico, quel che si faceva nel quartiere. I due intervistati concordano nel ritenere di non voler tornare, dopo la pensione, al loro paese d’origine essendosi ormai integrati a Volvera, si rammaricano della diffidenza dei volveresi verso i meridionali, senza saper distinguere le persone per bene dai delinquenti. Giuseppe ricorda l’attività nel sociale e il Palio dei borghi, la Santa di Volvera.   

Volvera (TO), IT Regionpiemonte
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