Feste popolari
Cantar maggio
Nella frazione Mondonio il cantar maggio “si festeggia la prima domenica di maggio. Vi partecipano le ragazze, vestendo abiti belli, leggeri e dai colori tenui. Formano un corteo con la sposa al centro che tiene in mano un ramo di pino (pëssra), addobbato con nastri (bindej) e un bambolotto in cima. Le due damigelle che le fanno da corona hanno una un canestro per le uova, e l’altra una borsa per i soldi. Mentre, di porta in porta, attendono l’offerta in denaro o in natura dalle famiglie e cui rendono visita, levano il loro canto. All’inizio del canto troviamo il saluto al padrone di casa, i complimenti alla gente della famiglia, con particolare attenzione alle ragazze. Il punto centrale del cantar maggio rimane l’esaltazione della sposa:
E s’i veuli nen chërdi
Che magg a sia rivà
Oh feve a la finestra
Lo veddi ben dobà.
Guardé la nostra sposa
Ce l’è ben dobà.
Lo scopo della questua è quello di raggranellare qualcosa, per poter fare una ribota con le amiche. Non mancano le imprecazioni e gli avvertimenti se si ottiene nulla:
Signora la madama
se chila an na dà nen
pregoma la Madòna
ch’av manda le vespe ‘n testa
e jë scarabeo ‘n sangh
E nella maledizione, anche se il rito è pagano, viene chiamata in causa la Madonna a significare la solennità e l’importanza del cantar maggio.
Su tutto l’esaltazione del maggio, scandita più volte con un ritornello:
Ben vèn-a maggio
ben staga magg,
torneruma al meis ‘d magg!“ (Deideri, 2013, p. 286)